Il Sole 24 Ore, 20 marzo 2020
La corsa ai fagioli in scatola
Agli antipodi della penna liscia, il prodotto rimasto sugli scaffali anche durante l’ondata di acquisti da panico, c’è il fagiolo: «Un prodotto sano, economicamente accessibile, di lunga durata, l’ideale da tenere in dispensa», spiega Loris Pedon, amministratore delegato della Pedon di Molvena, Vicenza, da oltre 30 anni è il punto di riferimento internazionale per la lavorazione, il confezionamento e la distribuzione di cereali, legumi e semi.
Questa settimana è previsto il turno di lavoro anche la domenica, per fare fronte a una richiesta che segna fino a un +400%. «Le famiglie pranzano e cenano a casa: normalmente non è così, c’è chi si ferma a scuola, chi in ufficio. La spesa è più corposa, noi siamo al ritmo di 600 pallet al giorno: per intenderci è il picco al quale arriviamo in periodi specifici come le feste di Natale, quando la domanda di lenticchie si impenna».
La domanda riflette il diffondersi della malattia: prima il NordOvest d’Italia ha iniziato a fare scorte, poi le regioni del Centro Sud, e ora i segnali arrivano da Paesi come Francia e Spagna. La fabbrica funziona regolamente, anzi di più: «Abbiamo trovato una grande disponibilità da parte dei dipendenti: sanno che fornire il cibo in periodi di grande difficoltà è anche un dovere etico, che va oltre il semplice lavoro». L’azienda ha un piano dettagliato di Risk management: «Siamo in un settore particolare, sappiamo che basta una gelata al momento del raccolto o un periodo di siccità per creare un problema da risolvere in fretta: per questo abbiamo diversificato i prodotti, i fornitori, i Paesi da cui ci riforniamo. Perfino i fornitori della carta e del film plastico per il confezionamento sono distribuiti in aree diverse: se una calamità colpisce una zona, dalle altre il rifornimento è garantito». Nella crisi si attivano gruppi di lavoro specifici: quello che segue salute e sicurezza, quello che cura le forniture, quello dedicato a pianificazione e produzione stabilimento: «Mai prima d’ora era capitato che dovessimo attivare tutti i team insieme per far fronte a una situazione».
Fin dalle primissime avvisaglie, quando ancora – a metà febbraio – non c’era questo allarme, Pedon ha alzato la soglia di sicurezza al lavoro: trasferte cancellate, smart working per gli uffici, apparecchio per la sanificazione ambientale all’ozono; «Abbiamo spostato la mensa in aula magna, sei volte più grande, perché si possa manguare distanti. E alle macchine del caffè si va uno alla volta». Questo ha garantito «un ambiente di lavoro sereno, sicuro: su 210 addetti in Italia, di cui 130 in produzione, abbiamo un tasso di assenteismo del tutto simile a quello di periodi di normalità», conclude Pedon.