Avvenire, 20 marzo 2020
Quattro millenni di fantasmi
Un fantasma, quello che apre l’Amleto, segna il passaggio dal Medioevo all’Età moderna. Il giovane principe, davanti a quella che sembra solo una visione notturna, ma che potrebbe rivelarsi l’apparizione dello spirito del padre, non sa come comportarsi né a cosa credere. Abbandonate le antiche certezze, Amleto è lacerato dal dubbio e tormentato dai rimorsi, proprio come l’occidente moderno, il cui dichiarato razionalismo non ha cancellato le antiche credenze, tramutandole in nuove superstizioni, come racconta Fantasmi. Una storia di paura un agile saggio di Lisa Morton, affermata scrittrice di libri horror. L’autrice dimostra che i fantasmi sono una presenza costante in tutta la storia documentata dell’umanità: dal poema epico sumero Gilgamesh all’Odissea, dalla letteratura gotica del Settecento fino a pellicole recenti come Il sesto senso o il cartone disneyano Coco, gli spettri sono onnipresenti, per quanto molto differenti tra loro. Tanto per cominciare, non esiste una definizione di fantasma universalmente valida, giacché per alcune culture essi sono spiriti di defunti, generalmente morti violentemente, mentre in altri casi essi sono demoni o spiriti malvagi.
Talvolta, gli spettri sono animati da buoni propositi, e cercano di avvisare gli uomini di pericoli incombenti, mentre, più spesso, sono malvagi e, gonfi di risentimento nei confronti dei vivi, infestano luoghi disabitati come cimiteri di campagna o case abbandonate. Dal punto di vista della storia delle religioni, il giudizio su queste entità è molteplice: per i pagani sono spesso realtà negative, come si vede, ad esempio, nell’Odissea (XI), quando gli spettri si fanno intorno a Ulisse, sceso nell’Ade per interrogare Tiresia, e cercano di bere il sangue delle bestie sacrificate. In Oriente, e nelle religioni sciamaniche, gli spiriti vengono frequentemente interrogati dallo stregone psicopompo, che è naturalmente attrezzato a tale scopo. Nella Bibbia, la storia di Saul e la Strega di Endor connota sfavorevolmente il mondo delle ombre, giudizio che viene confermato dal cattolicesimo, che ribadirà tale valutazione fortemente negativa nell’Ottocento, quando lo spiritismo diventerà una moda molto diffusa. A tale proposito, ed è l’unica caduta di stile dell’autrice, Lisa Morton si stupisce che «gli uomini di Chiesa non condividessero gli ideali spiritisti, nonostante il movimento abbracciasse i principi del cristianesimo», ignorando evidentemente, da buona yankee, i rudimenti della dottrina cattolica.
Alla fine del libro, naturalmente, non c’è un responso circa la realtà o meno di quelle strane entità chiamate “fantasmi”, ma si ha la certezza che della loro esistenza abbiamo testimonianze nella storia, nel folklore e nelle arti di ogni popolo di tutti i tempi. Oggi, tramontati i miti e trascurate le religioni, i fantasmi popolano l’industria dell’intrattenimento, affollando sale cinematografiche, piattaforme di streaming, consolle di videogiochi e, naturalmente, biblioteche e librerie, che, essendo di questi tempi particolarmente disabitate, sono il luogo ideale per ospitare spiriti, spettri e fantasmi…