la Repubblica, 19 marzo 2020
Mani sul viso 23 volte ogni ora
Toccarsi la faccia è un comportamento molto comune, che gli esseri umani condividono con poche altre specie animali ed è spesso inconsapevole, ma durante un’epidemia può trasformarsi in un fattore di rischio e aumentare le possibilità di contagio.È il motivo per cui da settimane medici ed epidemiologi suggeriscono di non farlo, di sforzarci di ridurre il numero di volte in cui ci tocchiamo la bocca, gli occhi, il naso, con le mani. Ma cosa significano questi gesti e perché è così complicato evitarli?
Uno studio del 2015 realizzato da un team di infettivologi guidati da Mary-Louse McLaws della University of North Sout Wales di Sydney su un gruppo di studenti di medicina ha scoperto che i laureandi si toccavano il viso in media 23 volte all’ora, quasi la metà delle quali sugli occhi, il naso e la bocca. Perché lo facciamo? «Nei mammiferi ma anche negli uccelli i comportamenti diretti verso se stessi cosiddetti di “mantenimento” (lisciarsi il pelo o le penne) sono quelli più tipici e più studiati, e tra questi certamente rientrano nei primati (uomo incluso) anche i gesti che hanno a che fare con il toccarsi varie parti del corpo compreso il viso», dice Enrico Alleva, etologo e Accademico dei Lincei.
Questi comportamenti indicano molto spesso «che la motivazione a fare altro è terminata», per esempio che non si ha più fame o sete oppure con c’è più un allarme. Quando diventano «più frequenti e soprattutto di maggiore durata rientrano nei comportamenti pro-sociali: invitano un altro membro della tua specie a interagire con te». Toccarsi il viso o i capelli può essere anche un modo di comunicare, un messaggio di apertura verso l’altro e persino «di seduzione», spiega la primatologa del Cnr Elisabetta Visalberghi. «Sicuramente uno dei motivi che potrebbe spingere l’uomo a toccarsi la faccia è sistemarla, rilassare la stanchezza psichica. Ma toccarsi il mento per esempio è anche un modo per pensare».
Il contesto è determinante. Secondo Alleva, «questi tipi di comportamento possono essere causati dal fatto che si ha motivazione a fare due cose diverse e se ne sceglie una terza: ci si gratta la testa per esempio non perché si ha un prurito ma perché nell’incertezza tra il fare due cose diverse è un modo per allentare la tensione». Dacher Keltner, psicologo dell’Università della California, a Berkeley, ha spiegato alla Bbc che il contatto tra la pelle delle mani e la pelle del viso provoca il rilascio dell’ormone ossitocina, che aiuta a calmarci. Ma anche per Keltner toccarsi il viso è pure un modo per «agire come le tende su un palco, chiudendo un atto del nostro dramma sociale e inaugurando il successivo».
Che per un po’ però dovremo sforzarci di evitare. I consigli per riuscirci sono diversi: tenere occupate le mani, indossare i guanti e le mascherine quando si esce, utilizzando i fazzoletti in casa, fare attenzione a qualcosa a cui prima non badavamo, i nostri comportamenti inconsapevoli e a volte compulsivi, ma soprattutto stare calmi.