Corriere della Sera, 19 marzo 2020
Il metodo della Corea
Nonostante il lieve aumento di casi negli ultimi giorni, la Corea del Sud rappre-senta un modello più che positivo di gestione del-l’epidemia. Due i concetti chiave: tamponi a tappeto e controllo a distanza dei pazienti, attraverso app e big data. Sars-Cov-2 ha fatto ingresso nel Paese il 20 gennaio e dopo meno di due mesi, il 13 marzo, il trend si è invertito con più guarigioni che contagi. Ad oggi il numero di casi è 8.413 (il numero più alto in Asia, Cina esclusa) su 51 milioni di abitanti; i morti sono 84. L’esplosione di Covid-19 risale a metà febbraio ed è subito scattata la politica dei tamponi di massa: in Corea del Sud sono state testate 300 mila persone (con sintomi), grazie a stazioni mobili, visite a domicilio, punti di controllo in strada. Un grosso aiuto è arrivato dalla tecnologia, con la diffusione di software che permettono di localizzare le persone contagiate. L’app «Corona 100m» ha avuto un boom di download: rende pubblici i movimenti dei malati tramite tecnologia Gps e telecamere di sorveglianza e così i cittadini possono sapere se hanno avuto qualche contatto a rischio.