Il Sole 24 Ore, 18 marzo 2020
La terza via olandese per l’immunità di gregge
Tutela delle fasce più deboli della popolazione, ma non una chiusura totale del Paese che, di fatto, ritarderebbe l’immunizzazione della popolazione. Questa la “terza via” enunciata dal premier olandese Mark Rutte, in un raro (non se ne vedevano dal 1973) appello televisivo alla nazione. Molte persone – è il ragionamento esposto da Rutte – saranno contagiate in Olanda nei prossimi mesi, ma più gente si immunizza, prima si svilupperà la cosiddetta immunità di gregge,che proteggerà le persone anziane e più deboli da futuri contagi e il sistema sanitario dal collasso. L’ipotesi di «chiudere completamente il Paese» – ha spiegato il premier – sebbene possa sembrare un’opzione interessante, implicherebbe uno stop di almeno «un anno» e «anche se ciò fosse possibile nella pratica, il virus potrebbe semplicemente rialzare di nuovo la testa una volta che le misure fossero state revocate».
Rutte ha fatto sua la posizione assunta da una parte della comunità scientifica e poi dettagliata meglio da Jaap van Dissel, direttore del Rivm, l’Istituto nazionale olandese per la salute pubblica e l’ambiente. «Per raggiungere l’immunità di gregge – ha spiegato van Dissel – il 50-60% dei 17 milioni e mezzo di olandesi dovrà essere contagiato. Noi vogliamo che il virus circoli tra le persone che presumibilmente avranno pochi problemi a superarlo, proteggendo al tempo stesso i gruppi più vulnerabili». Di qui i controlli per limitare comunque i picchi della malattia, evitando il sovraccarico del sistema sanitario. Ma la chiusura totale – ha ribadito van Dissel – non è l’opzione migliore, perché ritarda la diffusione, favorendo – una volta che le misure vengono revocate – il rapido riemergere del virus.
Si tratta di una posizione simile, seppure più sfumata ed esposta con meno cinismo, a quella dichiarata nei giorni scorsi tra vibranti polemiche dal premier britannico Boris Johnson, che però non trova concorde la comunità scientifica. L’immunità di gregge – è l’obiezione principale mossa a questa tesi – deriva dall’introduzione del vaccino e non dalla diffusione di una malattia vera e propria.
Rutte in ogni caso ha raccomandato alla popolazione le misure igieniche e prudenziali ormai comuni in tutta Europa e ha elencato alcune decisioni prese dal governo, dallo stop ai grandi eventi alla chiusura di bar, club e ristoranti. Tra gli esercizi commerciali interessati da questi provvedimenti c’erano anche locali simbolo dei Paesi Bassi: i coffee shop, dove domenica sera si erano formate lunghe code per fare scorte. Ieri il governo ne ha disposto di fatto la parziale riapertura, autorizzando non il consumo sul posto, ma la cannabis takeaway, nel timore – questa almeno la motivazione ufficiale – di una ripresa del traffico clandestino.
In Olanda intanto i contagi aumentano e ieri sono saliti a 1.705, mentre il numero di morti ha toccato quota 43. Sul fronte economico invece governo e Banca centrale corrono ai ripari per limitare l’impatto del virus, soprattutto sulle imprese. Il ministro delle Finanze ha annunciato un pacchetto di misure di emergenza da 10-20 miliardi nel primo trimestre, mentre la Banca centrale ha abbassato i requisiti di capitale delle principali banche per garantire il flusso del credito, una misura che dovrebbe liberare fino a 200 miliardi di euro di prestiti extra.