ItaliaOggi, 18 marzo 2020
Salvini, il grande comunicatore in panne
In sé, la passeggiata di Matteo Salvini con l’attuale fidanzata, figlia di Denis Verdini, non meriterebbe il diluvio di attacchi, critiche, minacce che gli è piombato addosso. La giustificazione addotta (fare la spesa) avrebbe perfino un fondamento, posto che almeno tre supermercati sono a poche decine di metri da via del Tritone, ove il Capitano è stato immortalato, finendo col subire le pesanti ironie di personaggi opposti, quali Clemente Mastella e Marco Travaglio. Tuttavia il farsi vedere con un’altra persona (mentre i mezzi di massa traboccano d’inviti a stare lontani gli uni dagli altri) e il rimedio della spesa chiaramente improvvisato denotano che il grande comunicatore sta sbagliando.Di Salvini è facile dir male, però perfino i peggiori avversari (per intenderci, dal Foglio al Fatto) gli hanno sempre riconosciuto un’impressionante capacità di esternazione. Il segretario leghista sa vendersi bene, anzi, ottimamente, anche se i contenuti trovano feroci oppositori e sostenitori tiepidi. Dallo scoppio dell’epidemia in poi, però, si direbbe che egli sbandi. Per certi aspetti è quasi irriconoscibile. La passeggiata romana è un errore di comunicazione, che non ci si sarebbe attesi da un personaggio attentissimo come lui ai messaggi. Così come è incomprensibile il passaggio dall’apertura totale dei luoghi di lavoro alla clausura completa, con estensione della zona rossa originaria dal Lodigiano all’intera penisola. Pure nelle proposte sono errati i toni usati, posto che in questi frangenti la gente non gradisce posizioni che puzzino di opposizione preconcetta.
La richiesta di maggiori fondi ha fondamento, ma non riesce gradita la corsa al rialzo, compiuta sparando miliardi a decine sopra le cifre fornite dal governo. I cittadini percepiscono che puntare su numeri esasperati (per quanto in prospettiva possano risultare fondati), giocando sull’impressione che si vorrebbe suscitare, non è indice di responsabilità e avvedutezza politica. È probabile che sia maggiormente apprezzata Giorgia Meloni, la quale appare più realistica e più cauta nelle espressioni, così da mostrarsi collaborativa e non già ostile pregiudizialmente.
Probabilmente Salvini avrebbe potuto e dovuto puntare soprattutto sugli aspetti fiscali, facendo rilevare che la diminuzione del carico tributario sarà condizione essenziale per il sostegno dell’economia, quando si tenterà di uscire dalla recessione odierna.
In un’emergenza senza precedenti non si può usare lo stile che va bene nelle condizioni ordinarie, o anche in momenti di crisi, ma crisi non paragonabili all’odierno tracollo. È impossibile, naturalmente, valutare se e quanto possa costare l’atteggiamento (vogliamo dire incauto?) del Capitano. Bisognerà leggere i sondaggi fra qualche settimana: sempre ricordando che l’obiettivo che dall’estate scorsa ha motivato l’azione di Salvini, ossia le urne politiche, è sostituito dalle elezioni regionali e amministrative, quando si riuscirà a tenerle. Per il Carroccio potrebbe essere troppo tardi per incassare il seguito virtuale finora ottenuto.