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 2020  marzo 17 Martedì calendario

Biografia di Nitro (rapper)

Ho fatto un disco come volevo io, con spontaneità e genuinità, e le persone lo hanno capito». Si sentono spesso artisti dire cose del genere ma Nitro sembra aver ragione. Il suo ultimo album, GarbAge, ha debuttato al primo posto dei più venduti della settimana eppure non è un disco «facile», neanche per lui che negli anni ha innovato parecchio. «Dentro c’è tutta la musica che ho ascoltato da ragazzino, dal crossover al metal dei primi anni novanta, ma anche grunge, funk brasiliano, reggae... è un continuo cambiare le carte in tavola», racconta il rapper, al secolo Nicola Albera. 
Grande freestyler dalla lingua sciolta, il vicentino classe 1993 emerge con Mtv Spit e a 19 anni entra nella Machete, la factory di Salmo che sforna talenti a getto continuo. GarbAge è il suo quarto disco: «Sta per era (Age) della spazzatura (Garbage). Il pattume è ciò che sale sempre in superficie, che si vede di più e io parlo di quello emozionale e mediatico che subiamo, che ci rende insensibili. Vediamo così tante cose estreme e così rapidamente che ci anestetizzano. Ma non sono negativo: io, per esempio, ho provato a tirare fuori dalla spazzatura un fiore come questo mio disco». E, come in una pattumiera, dentro ci ha messo di tutto. Nelle 14 tracce si sente il suo rap a cui siamo abituati ma anche «la storia di un semplice uomo che resta la voce al di fuori del coro», come canta in apertura. Ecco quindi echi di Portishead, Nirvana, Nine Inch Nails, Korn, di Missy Elliot, del migliore Busta Rhymes. 
Il picco è Cicatrici, in cui Nitro rinuncia del tutto a rappare. «La vedrei bene in apertura di un film di Tarantino o Rodriguez, con una macchina che corre da qualche pare in Messico», scherza il ventisettenne. Ma ci sono anche Saturno con la sua miscela di pop e r’n’b, il tappeto nu-metal di Avvoltoi e quello dance hall di Murdamurdamurda con le rime velocissime dell’inglese Ocean Wisdom.GarbAge è un album «difficile» per il contesto rap attuale. Spesso spiazza. Anche il suo autore. È un concentrato di Nitro, una retrospettiva di se stesso. «Ho raccolto le correnti che mi hanno plasmato, i generi che ascoltavo tra i 12 e i 18 anni, il periodo in cui la musica ti resta addosso, ti forgia, ti aiuta ad esprimerti. Ho preso tutto questo materiale e l’ho rimescolato per mostrare da dove vengo e dove voglio andare». La strada sembra segnata e lo porta lontano dall’hip-hop. «Questo potrebbe essere il mio ultimo disco rap, chissà, vediamo come mi sveglio domani», confessa gettando la bomba mentre ride.