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 2020  marzo 16 Lunedì calendario

Naomi, l’anti-Greta tedesca

Non chiamatela anti-Greta. Non le piace. “Io sono Naomi Seibt e non sono contro Greta. Sono per la libertà di opinione” ha detto la 19enne tedesca, nuova icona internazionale dell’anti-ambientalismo in un’intervista al giornale tedesco Weltwoche di fine febbraio. Ma che le piaccia o no, è difficile non paragonarla alla giovane Thunberg, icona della lotta ai cambiamenti climatici.
Così com’è ancora più difficile non pensare alla ragazza di Muenster come a un prodotto confezionato ad arte da esperti di marketing e poi lanciato per contrastare la concorrenza e occupare una posizione di mercato. O almeno è così che la vede la gran parte della stampa tedesca, dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung a Spiegel.
Naomi si definisce come “clima realista”. Non proprio una “negazionista del clima” ma piuttosto come “clima-scettica”. “Il realismo climatico sta facendo parlare di sé in tutto il mondo. La scienza e la ragione stanno vincendo. Non si può corrompere la verità” ha scritto la ragazzina del Nordreno-Westfalia sul suo profilo twitter pochi giorni fa. Il “realismo climatico” è la nuova bandiera dell’anti-ambientalismo e in sostanza significa due cose: il cambiamento climatico è sovrastimato e l’uomo non è la causa. Basta fustigarsi, dice Seibt. “Abbiamo bisogno di combustibili fossili per una società del progresso che inventi dispositivi sempre più sorprendenti, come ad esempio l’iphone” spiega in un’intervista su youtube. Ma se anche il riscaldamento globale dovesse esistere “ha grandi benefici su di noi – afferma con serietà. A noi esseri umani non piace il freddo ed è molto meglio vivere in un clima caldo”. Anche La Palice sarebbe in difficoltà a questo punto. “Inoltre il Global Warming e la Co2 ci aiutano a nutrire più persone” aggiunge e “l’uomo sovrastima il suo potere se pensa che una cannuccia di plastica può avere un effetto significativo sul clima”.
Questo l’armamentario argomentativo della giovane promessa della lotta “all’isteria climatica” che regna nel mondo e che in Germania minaccia di andare al governo. Secondo il giornale Faz il fenomeno mediatico di Naomi Seibt nasce dal fatto che la ragazza di Muenster dice quello che alcuni uomini sopra una certa età vorrebbero sentirsi dire: non tutti i giovani credono nel cambiamento climatico provocato dall’uomo. E più importante ancora: non è colpa vostra, non avete sbagliato nulla.
Seibt è arrivata alla ribalta mediatica da oltre Oceano, partecipando alla convention del Conservative political action conference vicino Washington. A fare scalpore poi è stata la notizia che la piccola influencer, con il suo canale youtube da oltre 83.000 iscritti, riceve un compenso di circa 1.900 euro al mese dal discusso Heartland Institute, un think-tank vicino alla Casa Bianca che nega i report di scienziati di fama mondiale riguardo all’influenza dell’uomo sul riscaldamento globale. L’istituto con base a Chicago è sostenuto dalle donazioni di compagnie petrolifere come Exxon Mobil e industrie del tabacco come Philip Morris e per il suo lavoro di lobbying riceve ogni anno donazioni per circa 6 milioni di dollari, riferisce Faz.
“Sono per la libertà di opinione” diceva Seibt. Anche a crederlo, a questo punto, la Meinungsfreiheit o libertà d’opinione va interpretata in un’altra chiave. Per una bizzarra eterogenesi dei fini questa espressione è diventata una parola d’ordine del partito di destra Alternative fuer Deutschland. Con “libertà di opinione” la destra intende dire che il mainstream in Germania è diventato oppressivamente socialdemocratico. Una “dittatura socialista” la definisce Seibt, che racconta alla Weltwoche di aver votato per l’Afd alle ultime elezioni europee. La sua vicinanza al partito di estrema destra non è episodica né recente. La sua mamma, l’avvocatessa Karoline Seibt, è da tempo una sostenitrice dell’Afd, per cui ha fatto un pubblico appello al voto prima delle ultime elezioni federali del 2017. E anche Naomi è intervenuta per parlare di clima in una manifestazione dell’Afd a febbraio, prima di volare negli Usa. La sua posizione sull’ambiente, difatti, è uguale a quella dell’Afd: il cambiamento climatico come lo raccontano non esiste, ma è il frutto di un’isteria collettiva. L’icona dell’anti-ambientalismo mondiale è dunque un cavallo di Troia dell’Afd nel mondo? Se così fosse il suo slogan si chiama “realismo climatico”. Maneggiare con cautela.