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 2020  marzo 15 Domenica calendario

Le ordinanze show di De Luca

Non sarebbe tempo di show. Non ora. La polemica o la parodia alla Crozza non adesso, tantomeno le ordinanze che contraddicono le norme nazionali. È l’invito che arriva da Roma, non senza un filo di irritazione, destinatario il governatore Vincenzo De Luca. E invece. L’anomalia campana sembra non fare eccezione neanche nei giorni della guerra italiana al Coronavirus.
Pur nell’impegno straordinario profuso in queste ore per contenere il contagio che in Campania è a quota 288 positivi e 7 morti (numeri aggiornati successivamente alla Protezione civile), il governatore-sceriffo chiude la settimana più drammatica della storia repubblicana, decretando una ulteriore restrizione sui divieti già assunti dal governo. E rompendo il fronte della coesione politico-istituzionale.
I controlli su chi continua ad uscire? Il presidente-sceriffo chiede l’esercito e fa sapere di avere inoltrato la richiesta dell’«attivazione urgente di pattuglie anche con forze armate», mentre già da alcuni giorni il prefetto di Napoli Marco Valentini aveva precisato: «Non se ne ravvisa, per ora, la necessità». La circolare con cui il ministero dell’Interno spiegava che era possibile spezzare l’isolamento con breve passeggiata o singola uscita per jogging? «Pura idiozia – sentenzia il presidente – Invitiamo il governo a dare comunicazioni più coerenti e più lucide». E infine. «Se vi becco per strada senza motivi urgenti che non siano il lavoro, la spesa necessaria o il cane, vi mando in quarantena. Se la violate scatta il 650 del codice penale, arresto fino a tre mesi e 200 euro di ammenda», è la scure che De Luca lancia infine in una lunga diretta su Facebook. Detto fatto. Poco dopo, il governatore firma l’ordinanza numero 15 del 13 marzo con cui si attribuisce, come autorità regionale, il potere di spedire in isolamento un cittadino trovato in strada. Uffici interdetti, le forze di polizia sono già sospese: se il comandante della Municipale è pronto a mandare in quarantena l’incolpevole corridore, polizia e carabinieri devono attenersi anche alla circolare del ministero. Intanto alcuni giuristi, magistrati, docenti e avvocati, insorgono: con i diritti fondamentali non si scherza, e De Luca non ha poteri per emanare una sua norma nell’ambito di una emergenza nazionale. Preoccupazione anche nei vertici del Pd. Ma 24 ore fa, De Luca emette un atto di chiarimento: «L’attività sportiva o ricreativa non è compatibile», cioè non consentita neanche in condizione di sicurezza. E non mancano altre esternazioni. Sulle mascherine, rivolto alla Protezione civile nazionale. «Noi disponibili coi posti letto per le altre regioni ma poi ci hanno bloccato un rifornimento – avverte – Vediamo di capirci qui: sennó facciamo la guerra». E ancora: «La Cina esce dall’emergenza, ma aveva altri metodi. Un cittadino uscito dalla quarantena è stato fucilato». Verosimile che il capo della Protezione civile Borrelli si riferisca anche a lui quando dice: «Basta polemiche, lavoriamo tutti in un clima di coesione nazionale». Ci sarà tempo, dopo. Anche per rivedere De Luca che imita Crozza che imita De Luca.