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 2020  marzo 15 Domenica calendario

I segnali radio ciclici dallo spazio

Da lassù qualcuno ci ha lanciato un messaggio. Dal profondo ventre dell’universo, molto oltre il nostro sistema solare, a distanze inconcepibili dal nostro pianeta, una misteriosa fonte radio sta emettendo impulsi con un ciclo precisissimo di sedici giorni. E li sta indirizzando proprio verso di noi. Sulla Terra. Una galassia che dista cinquecento milioni di anni luce ci invia da metà febbraio un’esile linea di rumore che potrebbe essere un codice numerico, un’immagine, un saluto o un avviso prodotto da qualche forma intelligente. 
È la prima volta nella storia delle osservazioni astronomiche che gli scienziati rilevano una periodicità così costante in questo tipo di segnali, noti come «lampi radio veloci» (fast radio burst, ndr). E per la facoltà di Astrofisica della prestigiosa Cornell University di New York, che riunisce una trentina di professori-scienziati, alcuni Premi Nobel, è una scoperta importantissima per comprendere la natura delle loro fonti. Negli ultimi anni gli Frb rappresentano uno dei misteri più affascinanti per comprendere la natura del cosmo. Furono rilevati per la prima volta nel 2007, si comprese l’origine, la forma di impulsi radio, ma non la loro genesi. 
Gli Frb hanno la particolarità di essere imprevedibili, possono manifestarsi una sola volta o ripetersi: in pratica alcuni impulsi compaiono una sola volta in una certa porzione del cielo, mentre altri emettono molteplici lampi in direzione della Terra. Quelli a carattere ripetitivo sono sembrati agli osservatori, impulsi a carattere random, casuale e discordante da un punto di vista temporale. Poi, nel settembre del 2018, le cose sono cambiate. E il mistero si è ingigantito ancora di più. 
Il progetto Chime/Frb (Canadian Hydrogen Intensity Mapping Experiment Fast Radio Burst Project), raggruppa i migliori ricercatori e astrofisici che da anni studiano gli Frb. Due anni fa, il team ha scoperto che uno di questi impulsi si distingueva tra centinaia d’altri perché aveva una cadenza di trasmissione regolare: sedici giorni. Nella cacofonia inestricabile dell’universo che gli scienziati dicono assomigliare a più centrifughe di lavatrici, l’FRB 180916.J0158+65, aveva un suo ritmo preciso, come le pulsazioni di un atleta. Regolari, mai una variazione. 
Il team di Chime/Frb ha annotato gli impulsi dal settembre 2018 all’ottobre 2019, usando il radiotelescopio Chime nella British Columbia canadese. Durante i mesi d’ascolto, i segnali si raggruppavano in un periodo di quattro giorni. Poi, improvvisamente, sparivano per i successivi dodici giorni, per un ciclo totale di sedici giorni. Alcuni cicli non producevano segnali visibili, (lampi), ma quelli che lo facevano erano sempre sincronizzati con gli stessi intervalli di circa sedici giorni. «Possiamo dire che si tratta della prima periodicità di qualsiasi tipo rilevata da una fonte Frb», ha dichiarato il portavoce della squadra di scienziati. «La scoperta di una periodicità di 16,35 giorni in una fonte Frb ripetuta è un indizio importantissimo per trovare una spiegazione sulla sua natura». Ma da dove arriva questa sequenza di impulsi? Secondo il team di osservatori, la fonte è una galassia denominata SDSS J015800.28+654253.0, situata a mezzo miliardo di anni luci dalla Terra, una distanza enorme, però l’Frb 180916.J0158+65 è in realtà l’impulso sonoro e visivo più vicino mai individuato. E, pur sapendo dove si trova, non abbiamo la minima idea di cosa possa significare. Il suo ritmo ci suggerisce che il segnale possa essere modulato da ciò che lo circonda: se la fonte sta orbitando intorno a un oggetto compatto, come un buco nero, potrebbe inviare i suoi segnali verso la Terra solo quando è in una determinata posizione della sua orbita. Questo scenario potrebbe spiegare il ciclo di 16 giorni. Gli scienziati ammettono anche che l’impulso è un sistema binario che contiene una stella massiccia e un nucleo stellare super denso, come una stella di neutroni, stando a uno studio pubblicato su arXiv e condotto da un altro team di scienziati che ipotizzano che sia una stella di neutroni a emettere dei lampi radio.
Un altro scenario affascinate è che il ritmo dell’Frb sia condizionato da un altro oggetto, ma che gli impulsi siano inviati così direttamente dalla fonte: è stato già ipotizzato che i flare, il luccichio di stelle di neutroni altamente magnetizzate, chiamate magnetar, possano essere la fonte di alcuni di questi impulsi sonori e visivi. Ma dato che le magnetar tendono a ruotare ogni due secondi, un ciclo di sedici giorni non combacia con il profilo di generazione di un Frb. Sono, quindi, ancora numerose le domande su questi impulsi di energia capaci di attraversare diversi sistemi solari. Hollywood, più di vent’anni fa, quando gli Frb casuali erano sconosciuti, ci ha fatto un film di successo, Contact, diretto da Robert Zemeckis con Jody Foster, nella parte di una cocciuta astrofisica che individuava una serie di onde radio dal ritmo costante, generate al di fuori della Via Lattea da un’intelligenza extraterrestre. Se così fosse, la scienza crede che potrebbe trattarsi di un tentativo degli alieni di stabilire non solo un contatto, ma anche il nostro grado di evoluzione nel decifrare quello sputo di energia cosmica. In Cina, nella provincia di Guizou, a fine 2017, hanno costruito il Fast, un’enorme scodella d’acciaio dal diametro di mezzo chilometro, che ascolta la «voce del cosmo». Una non più fantascientifica era di ascolti spaziali è iniziata.