Il Sole 24 Ore, 15 marzo 2020
Il necrologio di Poirot sul New York Times
Aveva iniziato la carriera indagando sulla morte di una facoltosa vedova avvelenata nella sua tenuta di Styles Court, paesino dell’Essex. Era il 1920 e quel geniale e raffinato, maniacale in quanto a ordine, pomposo e abbastanza arrogante signore belga con irreprensibili baffi impomatati, sottile e ruvido ascoltatore dei sentimenti umani, che rispondeva al nome di Hercule Poirot, entrava sulla scena letteraria mondiale. Quest’anno corre dunque il centenario di questo detective – tra i più grandi del Novecento –, già in forza alla polizia belga (che aveva comunque lasciato presto, stando ai libri, nel 1904), nato dalla penna di Agatha Christie: protagonista di 33 romanzi e 54 racconti (raccolti in 5 antologie), abile e arruolato dal 1920 fino al 1975, l’anno di Sipario, l’ultima avventura. E per dire quanto fosse famoso, Poirot è stato il primo (e unico) personaggio immaginario a cui il «New York Times» abbia dedicato un necrologio. In prima pagina! Accadde nel 1975, lo firmò Thomas Lask: «La scomparsa è stata confermata da Dodd e Mead, gli editori di Dame Agatha, che stanno per pubblicare Sipario», nel quale si raccontano gli ultimi giorni, abbastanza ingloriosi (fisico malridotto, parrucca e baffi finti) del maestro. Qualche mese dopo lo seguì (davvero) la sua creatrice. Ma né l’uno né l’altra se ne sono mai andati dal luogo al quale appartengono veramente: le librerie e i cuori dei lettori.