il Giornale, 14 marzo 2020
I tacchi per gli uomini
Che l’intuizione fosse giusta, Giuseppe l’ha potuto constatare appena un paio di mesi dopo. Gli ordini iniziavano ad arrivare e la macchina cominciava a girare. Mettere dei tacchi invisibili e perfettamente confortevoli agli uomini era stata la sua idea. E pensare che tutto era iniziato quasi per caso un giorno all’aeroporto di Fiumicino, in partenza per Londra. Giuseppe era nella vip lounge in attesa del suo volo: con lui nella stanza riservata ai clienti di prima classe un uomo d’affari indiano che stremato, si sfilava gli stivaletti. «E improvvisamente perde almeno dieci centimetri. Da scalzo aveva una statura completamente diversa. Mi venne da sorridere, non per lui ovviamente ma perchè in quel momento mi era venuta l’illuminazione: avrei riaperto l’azienda di famiglia ma questa volta alle scarpe da uomo ci avrei aggiunto un tacco».
Lui è uno tra i dodici più importanti buyer di vino nel mondo, lavora per la Tesco di Londra, la più grande catena di supermercati della City, e gira il mondo, dal Sud Africa al Cile, in cerca dell’eccellenza per un pubblico raffinatissimo. Eppure in fondo al cuore c’è quel sogno ancora da avverare, riaprire l’azienda calzaturiera fondata dal bisnonno, Guido Maggi a Lecce. Il figlio Emanuele è il vero motore della scelta, «Lui mi ha incoraggiato a fare il grande passo, a buttarmi in questa nuova esperienza. Per un uomo l’altezza è un tema serio, come per i capelli, incide sull’autostima».
Le idee sono tante e i progetti in grande, si lavora un anno con ortopedici e designer e psicologi per garantire comodità e stile. «Mandiamo fuori 1.600 prototipi, prendiamo nota di ogni feed back, miglioriamo il prodotto fino ad arrivare a quello che è oggi». L’azienda rompe il monopolio dei prodotti industriali delle fabbriche orientali. «Il tacco non si vede, eppure il comfort è assicurato. È il nostro orgoglio, dopo molti studi». E il target è altissimo: manager, i più grandi attori italiani e di Hollywood, sceicchi, politici di tutto il mondo, sportivi di fama mondiale.
«Tra i primi e più affezionati clienti c’è la famiglia reale del Kuwait. Il primo ordine è già promettente, 30 paia di scarpe. E l’emiro è più che soddisfatto, negli anni si crea una vera e propria amicizia, tanto che oggi utilizza solo le nostre scarpe. E non solo, da noi ordina anche le borse in coccodrillo, disegnate appositamente per loro, 30, 45 mila euro per borsa, e gli ordini dalla real casa arrivano praticamente ogni giorno».
Tra i clienti che non si vergognano ad ammettere che usano le scarpe Guido Maggi c’è anche Keith Urban il marito di Nicole Kidman. «Nella maggior parte del mondo, avere una compagna più alta non è bello. E chi può, corregge questo imbarazzo con le scarpe rialzanti. Per sentirsi più a suo agio, più virile. In India ad esempio il nostro best seller è lo stivaletto altezza quindici centimetri. In Giappone invece non possiamo esagerare, massimo sei centimetri, anche perchè altrimenti costretti come sono a togliersi le scarpe in ogni luogo si noterebbe troppo». Il 96 per cento viene venduto all’estero.
«Spediamo in oltre cento paesi del mondo. Da Singapore al Kenia, in Burkina Faso, in Islanda. Tutti con il desiderio di guadagnare qualche centimetro in più. E spesso esaudiamo anche sogni fuor dall’ordinario. Come quella volta che abbiamo confezionato uno stivaletto in pitone con cinque brillanti purissimi incastonati per un manager di Singapore, poi abbiamo realizzato una borsetta con la chiusura e il manico in oro 18 carati, due anni fa una borsetta con l’aggiunta di 40 carati di brillanti». I sogni si sa son desideri.