ItaliaOggi, 13 marzo 2020
Periscopio
Non basta dire cose di sinistra, bisogna fare cose di sinistra. Giuliano Pisapia (Alessia Gallione). il venerdì.
Una volta Fellini mi disse: «È la curiosità che ti fa svegliare la mattina». Vincenzo Mollica (Concetto Vecchio). il venerdì.
La scritta «Pensavo che fosse amore e invece era Milano», compare sulle T-shirt e i cappotti della Msgm di Massimo Giorgetti. Io donna.
Conte è fuoco fatuo, rappresentazione allegorica del niente assoluto in politica, ma a norma di legge. Quando apparve per la prima volta dissero che aveva alterato il curriculum e in alcune università da lui citate non era mai stato, non lo conoscevano; ma Conte è un personaggio virtuale, il curriculum può allungarsi, allargarsi, restringersi secondo i desiderata occasionali. Marcello Veneziani. Panorama.
Siamo al punto che ogni Paese dell’Ue tifa perché il coronavirus si diffonda di più tra gli altri partner dell’Unione. Dopo decenni insieme, anziché stringerci, godiamo della disgrazia altrui. «Ride bene, chi ride ultimo», è la frase ripetuta sulla rete. Passi per l’Italia, offesa dalla patente di untori che ci hanno appiccicata, ma l’ostilità è di tutte le opinioni pubbliche, deluse per l’invisibilità dell’Europa nelle cose che contano. Così, si fa largo l’antipatia tra i popoli. Giancarlo Perna. LaVerità.
Se sommi tutti i «no» che un bambino ha ricevuto alla fine della giornata, deve diventare per forza aggressivo, visto che tutto, intorno a lui, è pericoloso. Ida Magli e Giordano Bruno Guerri, Per una rivoluzione italiana. Baldini & Castoldi, 1996.
L’influenza spagnola del 1918-1920 fu la prima pandemia dell’era contemporanea. Fu l’archetipo di quelle che seguiranno (l’Asiatica del 1957, la Hong Kong del 1968, la Russa del 1977, poi la Sars e la Suina), quando il mondo fece la conoscenza di queste piccole apocalissi virali e batteriologiche. Tanto per cominciare: l’influenza spagnola (che in due anni e poco più contagiò in tutto il mondo mezzo miliardo di persone, un terzo della popolazione globale, uccidendo tra i 50 e i 100 milioni, il 3-6% di tutti gli umani, come se oggi i morti fossero 480 milioni) non c’entrava nulla con la Spagna. La Spagna, che in Occidente era una delle poche nazioni non belligeranti, non aveva leggi restrittive sull’informazione. A peggiorare le cose, il re Alfonso XIII si ammalò e questo dette un’ulteriore visibilità alla malattia: quindi le cifre e le notizie sul virus circolarono più liberamente in Spagna che altrove, creando l’illusione ottica di un epicentro iberico che in realtà non è mai esistito. Maurizio Pilotti. Libertà.
Hannah Arendt rimproverava l’eccessiva vanità del Pubblico ministero (Gideon Hausner) nel processo ad Adolfo Eichmann a Gerusalemme, nel 1961. «La giustizia non permette nulla di tutto questo (gli atteggiamenti vanesi dell’accusa): richiede isolamento, vuole più dolore che collera, prescrive che ci si astenga il più possibile dal mettersi in mostra». Antonio D’Orrico. Corsera / 7.
Dal salotto del mio appartamento si diparte un cunicolo che porta all’abside della chiesa di San Salvatore in Lauro. Ma purtroppo me l’hanno chiuso. Nel 1400 lo usava una principessa per raggiungere l’amante, un cardinale. Però sento ancora messe, canti, orazioni e musiche. Un sottofondo soave. Giovanni Minoli (Stefano Lorenzetto). Corsera.
In Etiopia incontrai l’imperatore Hailé Selassié. Era molto piccolo, e girava con cani piccolissimi. Una figura ieratica, dagli occhi mobili. Parlavamo in francese. Toccava a lui prendere la parola, ma la moglie francese di Rinaldo Ossola, direttore generale della Banca d’Italia, non lo lasciava parlare. Si arrabbiò. Il giorno dopo la fece contattare dal primo segretario per ribadire che aveva ragione lui, e per chiedere soldi per l’Etiopia a Bankitalia. Quando Menghistu lo depose con un colpo di Stato militare, aiutammo alcuni nipoti a fuggire negli Stati Uniti. Purtroppo la più grande, la principessa Igigaeiù, mia cara amica, finì in carcere. E nelle carceri di Menghistu non c’era cibo: i detenuti mangiavano quel che portavano i familiari; ma i suoi familiari non c’erano più. Così la principessa morì di fame. Marida Recchi, 102 anni (Aldo Cazzullo). Corsera.
Il ricorso alla democrazia diretta non è un evento recente. Già nell’Atene di Pericle si praticò la democrazia diretta, ma era un fenomeno limitato dal censo. Quando Rousseau teorizza qualcosa di analogo ha sotto gli occhi l’esperienza dei villaggi svizzeri. Nel momento in cui l’idea si generalizza e la si riconduce alla volontà generale del popolo nasce, come dimostra l’esperienza giacobina, il terrore. Forme di democrazia diretta furono anche sperimentate con la Comune di Parigi e poi, per andare ad anni più recenti, con il Sessantotto. Tutte fallimentari, sia quella cruenta del 1870 che quella velleitaria del 1968. Yves Mèny, scienziato della politica (Antonio Gnoli). la Repubblica.
La Storia dell’Italia meridionale è, in realtà, la storia di Napoli, proprio come la storia della Francia è, in gran parte, quella di Parigi. Ma la storia dell’Italia settentrionale e centrale è la storia di Venezia, di Firenze, di Siena, di Genova, di Milano, di Ferrara, di Mantova, di Parma, di Modena e anche di cittadine come Lucca, Urbino e Camerino. Giuseppe Prezzolini, L’Italia finisce – Ecco quel che resta. Rusconi, 1994.
Quando ebbe notizia d’aver vinto una borsa di studio presso il collegio Ghislieri di Pavia, Carletto Goldoni faceva già parte di una compagnia di guitti teatranti. Con loro affittò una barca per risalire da Chioggia. Il morbo del teatro lo aveva già preso. Al Ghislieri durò pochissimo. Si erano accorti, i suoi pedagoghi, che egli considerava praticabile una gran cesta, della quale si serviva per issare in camera, spericolate fanciulle: non tanto per la morale, quanto nella poca fiducia nella sua carrucola. Carletto venne perciò espulso da uno dei più famosi collegi d’Italia. Gianni Brera, Storie dei lombardi. Baldini & Castoldi, 1993.
Tra le spider, la vecchia Ford Thurderbird di Thelma & Louise, con le due attrici con i foulard e gli occhiali da sole, è indimenticabile. Peccato per il volo, nel canyon. Paolo Sorrentino, regista. Corsera / 7.
Il labbro inferiore denunciava un ardente desiderio di servire. Saul Bellow, Il dicembre del professor Corde. Rizzoli, 1982.
Viaggiò per quasi tre ore sul lago immerso nella nebbia. Non si vedevano le rive, il battello sembrava navigare in una nuvola. Andrea Vitali, Il meccanico Landru. Garzanti, 2010.
Grillo Prodi: la compagnia di giro. Roberto Gervaso. il Giornale.