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 2020  marzo 13 Venerdì calendario

Emma Marrone si racconta

Alla domanda se, in questi giorni difficili, abbia in mente un’immagine consolatoria, risponde che pensa a Il bacio di Francesco Hayez, con l’augurio «che tutti, si possa presto tornare al calore dello stare vicini perché la cosa che manca di più è la spontaneità. Se seguiamo tutti le regole, passerà prima questo triste momento. Io le sto seguendo e invito tutti a fare altrettanto». La saggia Emma Marrone compie 36 anni a maggio e ne ha già dieci di carriera. L’ultimo album, Fortuna, è uscito in autunno. Da questo è tratto il singolo Luci Blu, in radio da due settimane. Ma tutto il 2020 è importante per la cantante, nata a Firenze e cresciuta in Salento. A febbraio, il debutto come attrice negli Anni più belli di Gabriele Muccino. Il 25 maggio, giorno del suo compleanno, un live all’Arena di Verona, cui seguirà un tour da ottobre. Non solo: il 26 giugno dovrebbe aprire il concerto di Vasco Rossi a Imola e, il 19 settembre, a Reggio Emilia partecipare a Una.Nessuna.Centomila, grande evento musicale contro la violenza sulle donne, insieme a Fiorella Mannoia, Alessandra Amoroso, Giorgia, Elisa, Gianna Nannini e Laura Pausini.Conferma questa strepitosa agenda?
«Voglio essere positiva e sperare che la situazione cambi».

Vista da vicino, Emma ha una parlantina notevole e sguardi diretti che non la tirano in lungo, si espone senza difendersi troppo, è come una piccola tigre disinvolta, consapevole del suo coraggio. Ci ha messo un po’ per arrivare a questo, racconta di un’infanzia e di un’adolescenza «con una fame atavica di sicurezze» e ammette: «Da quando sono nata provo a rammendare buchi di fragilità e solitudine, la musica mi serve a questo, non faccio questo lavoro per avere ma per essere».

Quando lo ha capito?

«Cantavo da sola, in casa, sopra le cassette di Mina. Non sono mai stata una bambina in cerca di attenzioni, quella che sale sulla sedia per mettersi in mostra. Poi mio padre mi ha portato a cantare nel suo gruppo ma all’inizio lo facevo con scarsa voglia, faccia truce e mani in tasca. Tuttora, in concerto, preferisco avere le luci in faccia per non vedere i volti delle persone. Non perché non ami il pubblico ma perché vedere le emozioni altrui mi commuove, mi scombussola e farei fatica a cantare».

Una delle ultime canzoni si intitola "Io sono bella".

Dice "Io sono bella, ma non mi frega niente, io sono bella sempre". Una dichiarazione di indipendenza dagli stereotipi?

«Non ho mai avuto paturnie sulla bellezza, anche perché mia madre, che si è rovinata gli occhi a lavorare come ricamatrice, non è mai stata una donna vanitosa.

Non si è mai truccata, mai andata dall’estetista. E io, che sono nata fragilissima, strozzata da quattro giri di cordone ombelicale, da ragazzina ho avuto problemi di sviluppo, ero magrissima e senza seno. Non mi sono mai posta il problema di piacere ai maschi, non facevo lo struscio in paese per farmi guardare perché sapevo che non mi avrebbero guardato».

Adesso, però, la guardano tutti. Ha oltre quattro milioni di follower su Instagram e un rapporto molto dialettico con i suoi fan.

«Follemente, ho deciso di non avere un social media manager. Faccio tutto da sola e le soddisfazioni sono molte: in tanti mi scrivono che sono stata un’ancora di salvezza in un momento triste e questo mi restituisce il senso ultimo del mio lavoro. Poi, purtroppo, sui social spesso si confonde la libertà di parola con il diritto di vomitare le proprie frustrazioni addosso ai personaggi pubblici. C’è chi mi ha scritto che sono grassa, che ho i denti storti, che ho la faccia piena di macchie di merda.

A me non interessa. Mi dispiace solo che certe cose le legga mia madre, che ci resta malissimo. Io le dico sempre "meglio la cattiveria che la pietà"».

Fin dal 2010, quando vinse "Amici", lei attrae la curiosità dei media, che si tratti di vicende amorose (quando il ballerino Stefano De Martino la lasciò e poi si mise con Belén Rodríguez fu pane da giornali di gossip per mesi) o di questioni di salute, un tumore per fortuna sconfitto. Riesce a difendere un po’ di privato?

«Poco. Vivo in una zona di Roma tranquilla, vado a fare la spesa come tutti. Però so che in ogni ristorante, qualunque avventore può diventare paparazzo e filmarmi come una scimmia allo zoo. Se cammino per strada e magari ho un pensiero triste, so che finirà la mia foto in rete con scritto "Il dramma di Emma". Ho imparato che bisogna fingere, mettersi addosso delle maschere».

Il 25 marzo Mina compie 80 anni. Più o meno quando aveva la sua età, si ritirò dalle scene. Ha mai avuto la tentazione di farlo anche lei?

«Quella di Mina fu una scelta estrema che oggi non sarebbe possibile. Oggi, se non ti vedono, non esisti.

Comunque io non potrei farlo: ho bisogno del contatto con il pubblico, ho bisogno di sentire che mi dicono "brava". I dischi, la tv, le interviste mi servono solo per arrivare a cantare dal vivo. Senza le scalette del palco, piuttosto mi do fuoco».

C’è ancora chi pensa che qu elli usciti dai talent siano cantanti di serie B?

«Per fortuna non più. Si è capito che l’industria discografica è cambiata. Puoi iniziare su YouTube, produrti un disco da solo e metterlo su Spotify, puoi partecipare a un talent. L’importante è quello che fai, non da dove arrivi. Io mica chiedo ai giornalisti dove hanno studiato prima di farmi intervistare».

Nel documentario "Miss Americana", Taylor Swift dice che "ogni personaggio viene congelato nel momento in cui diventa famoso" e che, in sostanza, è molto difficile che il pubblico accetti che si trasformi.

Che ne pensa?

«Taylor, di cui ho anche aperto un concerto nel 2012, ha ragione! Le persone si affezionano alla prima immagine che hanno di te e se cambi anche solo un po’ si sentono tradite. Ma chi non cambia, muore».

Taylor dice anche che le donne sono costrette a cambiare, mentre gli uomini ne hanno minor bisogno.

Mick Jagger è sempre uguale, Madonna è la regina delle metamorfosi.

«Vero. Una donna, se non si evolve, invecchia. Ma se si evolve, allora il pubblico la critica perché non la capisce. Una contraddizione continua. Che fatica (ride, ndr ) ».

Se tutto va bene, a giugno aprirà il concerto di Vasco Rossi. Un idolo che però, per età, potrebbe essere suo padre.

«Oh, ma Vasco è molto figo e molto sexy! E poi è un artista onesto, che è caduto e si è rialzato, che è sincero con il pubblico. Nel 2005 io sono scappata di casa e ho dormito in tenda morta di fame per andarlo a sentire.

Lo guardavo, guardavo la folla intorno a me e pensavo: io voglio questo. Eccomi».