Costanzo, partirebbe ancora per farle una serenata?
«Certo. Andrei a Lugano domani, ma non posso mettermi a suonare se non mi apre... Che ci vado a fa’?».
Se potesse incontrarla, cosa le chiederebbe?
«Come va?».
Sia serio.
«Giuro, sarebbe la prima domanda».
Come nacque “Se telefonando”?
«Nel 1966. Con Ghigo dovevamo pensare alla sigla finale del nostro varietà, Aria condizionata . Ho pensato di metterci il telefono, che allora andava di moda, si facevano lunghe telefonate. E abbiamo usato il gerundio, come per suggerire un modo di comunicare la fine di un amore. O meglio una passione».
La musica, meravigliosa, è di Ennio Morricone.
«Fu Ghigo, che aveva lavorato a teatro col maestro, a contattarlo. Morricone si mise a comporre la musica, ci spiegò: “Immaginate la sirena della polizia francese”, era stato a Marsiglia... Solo un genio può essere ispirato da una sirena».
Poi avete incontrato Mina.
«Ci aspettava col suo manager Luciano Gigante a Via Teulada. Morricone si siede al piano, Mina dice: “Datemi il testo” e inizia a cantare. Beh, fu emozionante. Era alta, bellissima, aveva una presenza incredibile».
Le piacque subito la canzone?
«Sì, però ci chiese di cambiare il verso “poi nel buio le tue mani d’improvviso sulla mia”. Ci disse di trasformare “mia” in “mie”, al plurale. Si preoccupava che qualcuno potesse vederci qualcosa di scandaloso».
Cos’ha di speciale Mina rispetto alle altre?
«Eh, tutto. Voce, talento, personalità, presenza. Si è imposta rimanendo se stessa, è una donna formidabile. Pensi solo a Studio Uno, al duetto con Alberto Sordi che le dice “Sei ’na fagottata de robba”. Definizione perfetta. È una diva, come non ne ho più incontrate. Dopo ho visto brave interpreti, ma sono un’altra cosa».
Parliamo della presenza scenica?
«Una primadonna, basta rivedere i filmati, ha un modo tutto suo di stare in scena. Era stupenda a Milleluci con la Carrà, quel varietà di Falqui era un capolavoro».
Ha lanciato le mode, dal trucco agli abiti. È stata una donna libera, sempre avanti. Anche nella vita privata.
«Sempre. Pensi alla relazione con Corrado Pani, attore affascinante che ho ospitato varie volte nel mio talk show. Dal loro amore, che scandalizzò l’Italia moralista, nacque Massimiliano. Quanto erano belli insieme. Poi sposò il giornalista Virgilio Crocco, scomparso tragicamente, da cui ha avuto Benedetta. Mina ha avuto una vita privata complicata, grandi dolori. Ha preso la decisione di scomparire per starsene per i cavoli suoi. E ha fatto bene».
Cosa devono le donne a Mina?
«Il non aver paura di sentirsi brave».
Secondo lei si è mai pentita di essersi ritirata?
«Una persona che capisce di essere stata grandissima può anche essere così intelligente da chiamarsi fuori per sempre. Non chiamarsi fuori e poi ripensarci. No, non credo che Mina abbia mai avuto il dubbio di tornare sui propri passi. Dato che ha scelto lei di sparire, penso che sia felice. Ha trovato un modus vivendi. Se no, non stai a logorarti davanti a un lago, su».
Non le piacciono i laghi?
«Mi mettono una discreta tristezza. Bello il paesaggio, per carità, ma tutti i giorni...».
A parte “Se telefonando”, quali canzoni di Mina ama di più?
«No, non me lo chieda. Tutte quelle che ha cantato sono capolavori. Insieme fa venire i brividi. Posso approfittare? Le vorrei fare gli auguri più affettuosi: Mina, buon compleanno. Ricordatelo, sei unica».