la Repubblica, 12 marzo 2020
È pulito il cielo sopra Pechino
Le conseguenze delle quarantene e delle ridotte attività dovute ad una delle più gravi epidemie virali del secolo si fanno sentire sempre di più. In Cina, le misure adottate per contenere la diffusione del coronavirus hanno favorito una riduzione del consumo di carbone del 36% con la capacità di raffinazione del petrolio ridotta del 34%. Conseguentemente, nelle ultime quattro settimane i livelli di emissione di CO2 da parte della Cina (il paese che guida la classifica a tale proposito) sono diminuite del 25% rispetto ai valori dell’anno passato, con circa 200 milioni di tonnellate di CO2 (MtCO2) emesse. Il calo delle emissioni è legato alla sospensione e alla mancata ripresa delle attività per il Capodanno cinese (il 25 gennaio), quando negozi, cantieri e la maggior parte delle industrie chiudono e la produzione di energia (e quindi l’emissione di CO2) diminuisce (di circa il 50%). Quest’anno il calo del consumo energetico è andato ben oltre il capodanno, a causa dell’estensione delle vacanze voluta dal governo per tenere sotto controllo l’epidemia. Le misure di emergenza legate al virus non hanno solo influenzato le emissioni di CO2. Vi è conferma, infatti, anche della riduzione delle concentrazioni di biossido di azoto (NO2), un inquinante atmosferico associato ai combustibili fossili. In tal caso, le misure satellitari hanno mostrato che i livelli medi di NO2 sono stati inferiori del 36% rispetto allo stesso periodo del 2019. Inoltre, le misure adottate dalla Cina e da altri paesi per contenere il virus stanno avendo un impatto drammatico sul trasporto aereo, con una riduzione del 50-90% sulle rotte internazionali e del 60-70% per quelle nazionali, riducendo le emissioni globali di CO2 legate ai voli di circa l’11% nelle ultime due settimane.
Sebbene l’impatto a breve termine sui fattori climatici e ambientali dovuti alla crisi del coronavirus sia sostanziale, bisogna aspettare per vedere quali saranno gli effetti a lungo termine. La riduzione dei livelli di CO2 del 25% durante le settimane passate equivale, infatti, a ridurre i valori annuali di circa solo l’1%. Se è anche vero che le prime analisi dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC) suggeriscono che le ripercussioni dell’epidemia potrebbero ridurre la domanda mondiale di petrolio fino a settembre dello 0,5%, è anche vero che i volumi di produzione – e le emissioni – in un paese quale la Cina possono crescere rapidamente dopo un arresto. Inoltre, le misure di stimolo economico del governo cinese in risposta all’interruzione potrebbero cancellare con un colpo di spugna l’impatto a breve termine sulle emissioni, come accadde dopo la recessione economica interna del 2015. Sul lungo termine, la chiave per la riduzione delle emissioni è anche legata a fattori quali, per esempio, i salari non pagati durante la crisi. A tale proposito, le emissioni di CO2 e altri inquinanti sono diminuite anche a causa delle interruzioni dei lavori nei cantieri edili dovute alla restrizione della mobilità dei lavoratori e ad una riduzione del reddito. Infine, le emissioni di CO2 a lungo termine saranno anche fortemente influenzate dalla pressione fiscale legata alla mancanza del flusso di denaro durante l’arresto, rendendo i debiti di molte piccole e medie imprese insostenibili.
L’avvento del coronavirus sta forzando il mondo intero verso un esperimento inimmaginabile fino a pochi mesi fa e che ha il potenziale di alterare la nostra società e i nostri costumi. I risultati di tale esperimento mostrano, tra le altre cose, l’impronta dell’uomo sul nostro pianeta e ci mostrano, numeri alla mano, il potere di un’azione collettiva sulle emissioni di CO2 e su altri potenti inquinanti atmosferici. La priorità è, ovviamente, quella di proteggere la salute dei cittadini. Tuttavia, quando l’incubo del coronavirus sarà passato ricordiamo ciò che abbiamo imparato durante questi giorni a proposito della Terra e dell’impatto dell’uomo. Soprattutto, ricordiamolo ai nostri Governi così che potremmo aggiungere un altro tassello al complicato puzzle che potrà salvare il nostro pianeta dalla minaccia del cambiamento climatico.