il Fatto Quotidiano, 9 marzo 2020
Il contagio del «Dio che punisce»
La fede ai tempi del Coronavirus, tra “sorella rete” (padre Enzo Fortunato sul Corsera) e le chiese chiuse. Lo stesso papa che recita l’Angelus domenicale in streaming, senza folla. Senza dimenticare che siamo in Quaresima, il periodo penitenziale che precede la Pasqua e rievoca i quaranta giorni di Gesù nel deserto, tra digiuno e tentazioni diaboliche.
Un deserto, appunto. Tipo le “zone rosse” del Nord Italia, dove peraltro in alcune zone si celebrerebbero messe clandestine, con fedeli che entrano di sera dalla sagrestia, come nelle dittature comuniste (La Stampa). C’è da aggiungere che lo scetticismo nella Chiesa sulla decisione “statale” di sospendere le messe è trasversale, e non riguarda solo i settori più conservatori. Bello ed essenziale, per esempio, il tweet di padre Bartolomeo Sorge: “Domanda: perché vietare le Messe per il coronavirus, se sull’altare c’è quel Gesù ‘che guariva quelli che lo toccavano?’”.
Dal “Gesù che guarisce” alla teodicea del “Dio che punisce” il passo è brevissimo, ahinoi. Per fortuna che anche tra i clericali destra, a differenza dei telepredicatori americani, non è molto diffuso il contagio interpretativo del Coronavirus come “flagello di Dio” per i nostri peccati. C’è chi come padre Livio Fanzaga di Radio Maria collega questo “flagello” a “un avvertimento della Madonna di Medjugorje all’umanità”. E c’è chi ripropone in chiave profetica le memorie di San Carlo Borromeo (Corrispondenza romana) sulla peste del 1576 a Milano, che anticipò quella del 1630 raccontata da Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi. Scriveva il santo caro ai milanesi: “Città di Milano, la tua grandezza si alzava fino ai cieli, le tue ricchezze si estendevano fino ai confini dell’universo mondo (…). Ecco in un tratto dal Cielo che viene la pestilenza che è la mano di Dio”.
In ogni caso, la visione della punizione divina (per epidemie, terremoti e catastrofi varie) è “incompatibile” con la fede, secondo quanto spiegato da vescovi e teologi. Ultimo in ordine di tempo il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, ieri su Repubblica: “Se pensassimo questa situazione come a un castigo di Dio, tradiremo l’essenza stessa del Vangelo”. Ecco!