la Repubblica, 7 marzo 2020
Bill Clinton parla di Monica Lewinsky
La scappatella con Monica Lewinsky fu «un modo per fuggire le mie ansie». Lo ha ammesso lo stesso Bill Clinton, sì, l’ex presidente degli Stati Uniti, protagonista – era il 1998 – dello scandalo sessuale più famoso della storia politica americana: talmente grave da portare al suo impeachment per ostruzione alla giustizia e avere mentito al Grand Jury, salvo esserne successivamente assolto. La confessione, che, sottolinea lui, «non giustifica le mie azioni», è parte del nuovo documentario dedicato a sua moglie: “Hillary”, da ieri disponibile sulla piattaforma Hulu. Il docu-film trasmesso in quattro parti – dura quattro ore –ripercorre la vita, intima e politica, dell’ex candidata alla Casa Bianca nel 2016, poi sconfitta da Donald Trump. Senza glissare sul “fattaccio” che tanto pesò sul matrimonio dei Clinton: tanto da costringerli a ricorrere ad un consulente matrimoniale – lo ammettono entrambi – per venirne fuori.
È un Bill emozionato quello che ricorda il momento in cui, dopo avere negato perfino con sua moglie, decise di dirle la verità: «Eravamo in camera da letto, le dissi cos’era accaduto e quando. Spiegai che mi sentivo malissimo per quel che avevo fatto. Non avevo scuse». Per poi aggiungere: «La parte peggiore fu parlarne a Chelsea». Sì, l’unica figlia, all’epoca appena diciottenne.
Anche Hillary parla di quel brutto periodo davanti alle telecamere: «Ne fui devastata. Non potevo crederci, faceva troppo male. Non accettavo l’idea che mi avesse mentito». Nell’intervista Bill, che sembra alludere a una sua passata dipendenza dal sesso, legata a certi abusi subiti da ragazzino, spende qualche parola pure per Monica Lewinsky, riapparsa ieri sulla copertina del New York Post con il titolo “Miss-Stress America” pesante allusione alla parola mistress, amante, sì, ma anche mantenuta. «La sua vita sia stata definita da quell’episodio e mi dispiace. Nel tempo ho seguito i suoi tentativi di ricostruirsi una vita normale. Ma probabilmente deve solo decidere che cosa significa normale», ha detto l’ex presidente, dedicando rare parole a quella stagista all’epoca 22enne, di cui solo l’anno scorso aveva detto «non ho nulla di cui scusarmi con lei». Il documentario è firmato dalla regista Nanette Burstein che ha raccolto 35 ore di materiale fra interviste ai Clinton e ai loro collaboratori. Parlandone a Vanity Fair, Hillary ha detto di avere accettato di girarlo, perché «se non dico io il mio lato della storia, chi lo farà? E poi non ho niente da perdere: non sono in gara per nessuna carica pubblica».