"Con questo termine si intende una variante genetica del virus", spiega Gianguglielmo Zehender, professore di igiene al Dipartimento di scienze biomediche e cliniche "Luigi Sacco" dell’Università degli Studi di Milano. I vari ceppi di uno stesso virus in circolazione sono caratterizzati da "un certo numero di mutazioni" che osserviamo nel loro RNA o DNA, cioè nel materiale genetico che conserva le informazioni necessarie per riprodursi infettando le cellule. RNA e DNA sono composti da sequenze di molecole chiamate nucleotidi, ed è possibile ricostruire queste sequenze al dettaglio dei singoli nucleotidi grazie un processo di laboratorio chiamato sequenziamento.
Questo dettaglio rende possibile rilevare eventuali sostituzioni nella sequenza, o mutazioni.
Quante sequenze genetiche abbiamo di SARS-CoV-2?
La sigla indica il virus a RNA che è conosciuto più comunemente come coronavirus e che partito dalla Cina si sta diffondendo nel resto del pianeta. "A oggi sono disponibili più di 160 genomi completi sequenziati in tutto il mondo sulla piattaforma pubblica GISAID", dice Zehender. Il numero dei sequenziamenti però cresce da un giorno all’altro vista l’attività dei ricercatori, anche italiani. "Al momento nel nostro laboratorio abbiamo eseguito il sequenziamento di tre genomi completi di SARS-CoV-2", specifica Zehender, grazie a campioni ottenuti "da un egual numero di pazienti facenti parte del focolaio epidemico iniziale in Lombardia".
Se ne attendono altre di sequenze genetiche, per capire se il virus sta cambiando? "Questo è difficile dirlo al momento attuale. Finora tutti gli isolati italiani rientrano nello stesso ceppo", dice Zehender. Il virus però muta in modo abbastanza rapido, tutti i virus mutano in modo naturale, "quindi quindi è prevedibile che a livello globale emergeranno nuove varianti, ma tutte correlate al progenitore comune, in Cina".
È vero che stanno circolando due ceppi di coronavirus?
Questo scenario è stato suggerito in uno studio pubblicato qualche giorno fa da ricercatori cinesi.
Dall’analisi di tutte le sequenze caratterizzate finora in tutto il mondo "si distinguono due gruppi di sequenze, che sono state temporaneamente denominate S ed L", spiega Zehender.
Ci sono differenze tra questi due gruppi?
"L’origine è invariabilmente quella cinese, ma è difficile poter concludere a proposito di una diversa distribuzione geografica o una diversa patogenicità o trasmissibilità dei due ceppi", afferma il professore dell’Università di Milano. I due ceppi potrebbero essere semplicemente il risultato di un fenomeno noto come deriva genetica. In generale però va sottolineato che "è ancora presto per poter rispondere a queste domande", conclude Zehender.