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 2020  marzo 07 Sabato calendario

I malati sfuggiti al muro di Kim


Secondo le notizie di alcuni organi di stampa sudcoreani e giapponesi, basate su informazioni provenienti direttamente dal Paese, il coronavirus si sarebbe già propagato con almeno tre focolai a Sinuiju, città di passaggio obbligato per chi si reca in Cina, Haeju e nella Zona ad Economia Speciale di Rason, al confine con la Russia. Da qui si sarebbe poi espanso nella provincia di South Hwanghae e nella stessa Pyongyang provocando in tutto il Paese già una «trentina di morti e un centinaio di contagiati».
Il timore è che il contagio possa diffondersi senza alcun controllo mettendo in ginocchio un sistema sanitario già in difficoltà non solo a causa di errori strutturali e gestionali, ma anche per le sanzioni imposte dalle Nazioni Unite. In teoria l’embargo dovrebbe esentare l’assistenza umanitaria, quindi anche l’invio di medicinali e di apparecchiature mediche, ma determinare un confine tra i diversi campi di intervento è difficile e molte compagnie e nazioni preferiscono non rischiare sanzioni evitando del tutto il commercio con la Corea del Nord.
La richiesta dell’ambasciatore cinese all’Onu, Zhang Jun, di togliere temporaneamente le sanzioni verso Pyongyang è stata respinta dagli Usa, ma Trump, dopo aver evitato l’inasprimento dell’embargo proposto dall’ex consigliere John Bolton nel 2019, si è impegnato ad approvare «speciali aiuti» di assistenza umanitaria verso la Corea del Nord.