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 2020  marzo 06 Venerdì calendario

I conti in Svizzera dei nazisti d’Argentina

Una lista trovata in fondo ad un archivio (di una banca) ormai abbandonato. Un elenco con i nomi di 12mila nazisti che, già negli anni Trenta e tra il 1941 e il 1943, si erano rifugiati in Argentina, annusando l’ormai prevedibile caduta del Terzo Reich. Il documento è stato scovato dall’investigatore privato Pedro Filippuzzi: l’elenco era noto ma si pensava fosse andato distrutto. All’interno del materiale cartaceo ritrovati anche i riferimenti dei conti bancari presso la Schweizerische Kreditanstalt, divenuta poi Credit Suisse, con le somme che i nazisti si erano portati dietro e che erano il bottino sottratto ai milioni di ebrei saccheggiati dei loro averi. L’ipotesi è che fossero state realizzate delle triangolazioni bancarie convertendo marchi in dollari e aprendo conti in Svizzera. Filippuzzi ha coinvolto l’ong statunitense Centro Simon Wiesenthal che si è messa in moto. «Riteniamo che questi conti, a lungo inattivi, contengano denaro saccheggiato alle vittime ebree», ha denunciato l’organizzazione facendo sapere di aver contattato il Credit Suisse per poter aver accesso agli archivi e risolvere la questione per conto dei sopravvissuti all’Olocausto. «Questi conti includevano compagnie tedesche come Ig Farben (il fornitore del gas Zyklon-B, usato per sterminare ebrei e altre vittime del nazismo, ndr) e enti finanziari come il Banco Alemán Transatlántico, il Banco Germánico de América del Sur», ha detto Shimon Samuels, direttore del centro. Un altro tassello di un vicenda che vide 22 anni fa un accordo raggiunto negli Usa sul versamento da parte delle banche svizzere di 1,25 miliardi di dollari alle vittime superstiti dell’Olocausto e ai loro discendenti.