È stato proprio il compagno Daniel a spingerlo a partecipare alle selezioni della nona stagione di MasterChef e adesso che ha vinto, l’art director Antonio Lorenzon, 43 anni di Bassano del Grappa gli dedica il successo e si inginocchia per chiedere “mi vuoi sposare?”.
Finale romantico per la chiusura del talent show dei fornelli dopo una gara serrata a suon di piatti d’alta cucina a cui era arrivato insieme a Maria Teresa e a Marisa.
Antonio ha battuto la concorrenza con una rivisitazione del baccalà alla vicentina, risotto ai funghi e un secondo a base di pernice. Ora, oltre a ricevere i 100mila euro di premio, potrà firmerà il suo primo libro di ricette.
Quale sarà il titolo?
«Una Cucina Diversa – otto menu per ricevere con stile».
Un titolo che sottolinea lo stesso orgoglio con cui ha proposto a Daniel di sposarvi. Un gesto tenero ma anche coraggioso.
«Direi di sì, anche se me ne sono reso conto dopo. In quel momento, circondato dagli amici e dalla famiglia mi sembrava quasi un modo intimo, ma ora ho realizzato di aver affermato il mio amore ed esposto la mia vita in pubblico. Non credo che ci saranno reazioni negative, spero che la gente capisca che la gioia provata per la vittoria era l’attimo perfetto per coronare la nostra storia».
Ogni puntata la si vedeva sempre sorridente. Qual è il segreto del buon umore?
«Fare ciò che si ama e gustare ogni momento. Succede anche nel mio lavoro. Anzi penso che cucinare e fare l’art director abbiano in comune molti punti. Si ha a che fare col bello, che siano piatti, menu, vestiti, vetrine».
Talento, manualità, fantasia.
Dove ha imparato a cucinare?
«Semplicemente facendo pratica in casa. Guardando i miei genitori. Mia mamma cucina cose molto semplici ma è rigorosa e tecnica. Da mio papà Germano, che non c’è più, ho preso la voglia di sperimentare.
Guardava per ore i programmi di cucina ma poi riproduceva le ricette a modo suo perché diceva che gli chef in tv non davano le indicazioni giuste».
Se ha sempre coltivato il sogno della cucina perché farne una professione solo adesso?
«Tutti mi hanno sempre consigliato di aprire un ristorante. Diciamo che mi sono voluto mettere alla prova.
Per capire veramente se sono in gamba o erano solo complimenti da amici».
Cosa direbbe ai giovani ancora in cerca di realizzarsi?
«Che non ci sono diversità che possano impedire di inseguire un sogno. Che devono sentirsi unici.
Anche se qualcuno non capisce la diversità o non è in grado di accettarla. La diversità è una ricchezza. Sta a noi decidere come gli altri devono vederci».
Progetti per il futuro?
«Nell’immediato il mio “Antonio Lorenzon Elegance Room” per tuffarmi nel mondo dell’ospitalità a Bassano. Poi non escludo un ristorantino tutto mio. E poi in futuro la Costa Azzurra, un B&B di lusso da guidare con Daniel».