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 2020  marzo 05 Giovedì calendario

Tutte le altre malattie che il climate change ci porterà

Più che delle malattie antiche, gli epidemiologi si preoccupano di quelle già esistenti, ma su cui il riscaldamento globale ha agito in vari modi: le ha fatte spostare, le ha riprogrammate o le ha fatte persino evolvere nuovamente. Il primo effetto è geografico. Prima degli albori dell’èra moderna, la provincialità degli insediamenti umani era una protezione contro le pandemie: i germi riuscivano magari a cancellare una città o un regno, in casi estremi a devastare un continente, ma nella maggior parte dei casi non potevano andare molto più lontano delle loro vittime, quindi si spostavano assai poco. È vero che la peste nera uccise circa il 60 per cento della popolazione europea, ma provate a immaginare la spaventosa situazione controfattuale di una simile epidemia in un mondo davvero globalizzato, e quale sarebbe il suo effetto.
Oggi, nonostante la globalizzazione e il rapido mescolamento delle popolazioni umane, i nostri ecosistemi sono perlopiù stabili, un fatto che rappresenta un’altra barriera: sappiamo dove possono diffondersi certi germi, e in quali ambienti non proliferano. (…)
Il riscaldamento globale, però, sconvolgerà quegli ecosistemi, aiuterà cioè le malattie a violare le barriere, proprio come le violò Hernán Cortés. Al momento l’impronta di ciascuna malattia trasmessa dalle zanzare è circoscritta, ma i suoi confini si allargano in fretta con l’espansione dei tropici: il ritmo attuale è cinquanta chilometri ogni decennio. In Brasile, per generazioni la febbre gialla era endemica nel bacino amazzonico, dove prosperavano le zanzare Haemagogus e Sabethes; quindi la malattia minacciava le persone che vivevano o lavoravano nella foresta pluviale, o vi si addentravano in profondità, ma soltanto loro. Nel 2016 tuttavia è uscita dal bacino amazzonico, insieme al numero sempre maggiore di zanzare che fuoriuscivano da quell’ecosistema, e nel 2017 aveva ormai raggiunto i dintorni delle megalopoli brasiliane, San Paolo e Rio de Janeiro: oltre trenta milioni di persone, tra cui molti abitanti delle favelas,14 sono minacciate dall’arrivo di una malattia che uccide tra il 3 e l’8 per cento dei soggetti contagiati.
La febbre gialla è soltanto una delle malattie che le zanzare trasporteranno nelle loro migrazioni, alla conquista di parti sempre più estese di un mondo sempre più caldo: è la globalizzazione delle pandemie. La sola malaria miete già un milione di vittime all’anno, e ne infetta molte di più, ma chi vive nel Maine o in Francia non se ne preoccupa più di tanto. Forse dovrà preoccuparsene a mano a mano che i tropici si spostano lentamente a nord, e le zanzare migrano seguendo questo spostamento; nel corso del prossimo secolo, una parte sempre maggiore della popolazione mondiale vivrà sotto la minaccia di malattie come queste. In fondo, fino a un paio d’anni fa nessuno si preoccupava molto del virus Zika.Proprio Zika esemplifica un secondo effetto preoccupante: la mutazione delle malattie. Se fino a poco tempo fa non si parlava di Zika, è anche perché era confinato all’Uganda e all’Asia sudorientale; un ulteriore motivo è che in precedenza non sembrava provocare malformazioni fetali.
(da La terra inabitabile. Una storia del futuro, di David Wallace-Wells, Mondadori 2020. Copyright ©2019 by David Wallace-Wells)
© 2020 Mondadori Libri S.p.A., Milano