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 2020  marzo 05 Giovedì calendario

In America Latina epidemia mondiale di dengue

Nel 2019 l’epidemia mondiale di febbre dengue ha battuto tutti i record. La preoccupazione legata al coronavirus non deve far dimenticare questa patologia veicolata dalle zanzare che non smette di crescere anche a causa del riscaldamento climatico. Un solo vaccino è autorizzato contro la dengue.
La dengue è una pandemia che persiste in tutti i Paesi tropicali, ha detto a Le Figaro Anna-Bella Failloux, responsabile dell’unità specializzata nei virus dell’Istituto Pasteur. Le epidemie ritornano ciclicamente secondo i sierotipi in circolazione. Ce ne sono quattro,o varianti del virus della dengue. Contagiato da uno il paziente non risulta immunizzato nei confronti degli altri. Inoltre, il secondo contagio è un fattore di rischio di avere una febbre dengue grave.
La dengue si manifesta con la febbre alta, dolori articolari, mal di testa e vomito. Ci si ammala per sette-10 giorni e nell’1% dei casi ci sono episodi emorragici che possono portare alla morte soprattutto nelle persone anziane, nei malati cronici e nei bambini. In mancanza di trattamenti specifici, si può solo curarne i sintomi. La scoperta precoce è un buon sistema per ridurre il tasso di mortalità a meno dell’1%.

La dengue è una epidenia particolarmente virulenta che colpisce duramente le zone intertropicali (Asia-Pacifico, America Latina, Antille). Sono 390 milioni le persone infettate ogni anno, in media, secondo quanto ha riportato Le Figaro, trenta volte di più rispetto a cinquant’anni fa. Ventimila i decessi. La malattia è trasmessa da una puntura di zanzara.
L’anno scorso la febbre dengue è stata citata dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) tra le dieci più pericolose minacce che pesano sulla salute pubblica.

Il 2019 è stato segnato da un record di dengue in numerosi Paesi e il 2020 si annuncia peoccupante secondo quanto hanno detto gli esperti a Le Figaro. L’America Latina ha il record storico con 3 milioni di casi contati a fine 2019.
Il Brasile, gigante del continente, ha censito 2,2 milioni di casi l’anno scorso, registrando già 167 mila persone contagiate in appena due mesi.
In Costa Rica, il numero dei casi identificati dall’inizio del 2020, in due mesi, è aumento del 76% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Il Messico e l’Honduras conoscono ugualmente un inizio d’anno pericoloso, più del precedente, con 85 malati per 6 milioni di abitanti.
Il Paraguay ha dichiarato questo mese lo stato d’emergenza, e la Bolivia è in massima allerta di fronte all’affluenza di malati che debordano dagli ospedali.

Nella zona Asia-Pacifico, concentra il 70% dei casi mondiali. Epidemie sono in corso in Malesia, nelle Filippine, e in Sri Lanka che dopo un anno 2019 battono record. Guadalupe, Mayotte e la Polinesia sono attualmente in fase di epidemia. Toccata l’anno scorso, la Nuova Caledonia ha contato due morti e 368 ricoveri in ospedale.