Il Sole 24 Ore, 5 marzo 2020
La pasta Barilla ora viaggia in treno
Una pasta a basso impatto ambientale: è l’obiettivo che Barilla ha decretato di voler centrare quest’anno. Per farlo ha deciso di cambiare il mezzo di trasporto che consente alla sua celebre pasta, simbolo dell’Italia nel mondo, di raggiungere le tavole dei clienti: stop ai tir, sì ai treni. A dicembre 2019 è stata ufficializzato l’accordo con Gts, compagnia privata di Bari specializzata nel trasporto ferroviario delle merci, proprio da parte del gruppo Barilla. Saranno i carri di Gts a trasportare su ferrovia la pasta Barilla in tutto il mondo. E ora dagli annunci siamo passati ai fatti.
Martedì 3 febbraio il primo treno Gts carico di pasta Barilla è partito dall’interporto di Parma diretto a Ulm, in Germania. Per ora saranno due i treni a settimana in viaggio sulla relazione Parma-Ulm, il martedì e il venerdì, con partenza dall’Italia alle ore 15,08 e arrivo a Ulm alle ore 10 del giorno successivo e ripartenza lo stesso giorno, dalla Germania, alle ore 16,47. Il treno è composto da 16 vagoni sui quali sono stati caricati 32 container. Gts trasporta tutti i prodotti Barilla (non solo la pasta) destinati al mercato tedesco, il più importante dopo quello italiano. La scelta di affidarsi al trasporto intermodale è dovuta a diversi aspetti, tutti legati alla sostenibilità, economica e ambientale, del trasporto della merce in Italia e in Europa.
Proprio l’aspetto ambientale ha assunto un peso sempre maggiore e molte grandi aziende, come Barilla, si stanno attrezzando per una graduale decarbonizzazione dei loro processi. In totale i mezzi pesanti che Barilla manderà in pensione in virtù dell’accordo con Gts saranno circa 4mila, che si traducono circa 4.500 tonnellate di CO2 risparmiate. Proprio la questione ambientale sta fornendo un assist al trasporto ferroviario. Gts, già nel 2018, ha calcolato che ben 101,7 milioni di kg di CO2 non siano stati emessi nell’atmosfera grazie al trasferimento della merce dai camion ai treni del gruppo barese. Un vero e proprio trend di conversione sta spingendo molte aziende a rivolgersi sempre più a soluzioni intermodali, abbandonando il solo viaggio su gomma. Gts riporta, da parte sua, una crescita della domanda nei confronti della disponibilità del trasporto ferroviario, motivo per cui la società sta investendo per ampliare il proprio materiale rotabile. Dice Alessio Muciaccia, ceo di Gts: «Dobbiamo essere pronti a raddoppiare la nostra dimensione nei prossimi cinque anni». La sfida è legata alla difesa ambientale: «La strada imboccata dalla nostra azienda – continua il ceo di Gts -, cioè essere un player completamente autonomo e integrato in un mondo complesso come quello dell’intermodalità ferroviaria, sta dando i suoi frutti. Un approccio familiare con un’organizzazione industriale in grado di creare relazioni di qualità che coinvolgono clienti di tutta Europa. La sostenibilità ormai è entrata in modo determinante tra i driver di scelta di tutte le aziende». Un approccio in linea con il Grean Deal della Commissione europea, che punta a una riduzione del 90% delle emissioni di gas serra prodotte dai trasporti entro il 2050. E il treno è il mezzo privilegiato per raggiungere questo risultato.