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 2020  marzo 03 Martedì calendario

Verità e miti della regola dei 10 mila passi

Si è diffusa la convinzione che per restare in forma sia necessario percorrere almeno 10 mila passi al giorno. E su questa routine quotidiana di molte persone si è basata la vendita di contapassi e «smartband». Ma quanta scienza c’è alla base? E’ davvero sufficiente rispettare questa indicazione per dimagrire o, quanto meno, per rimanere in forma?
La risposta è «nì». Se è sicuramente consigliabile muoversi a piedi e raggiungere questa soglia, camminando con un passo svelto anche per soli 45-50 minuti al giorno, non è affatto detto che sia sufficiente un simile sforzo per garantirsi una vita in salute. O - obbiettivo ancora più ambizioso - un girovita nei limiti. 
Mito da sfatare. Nonostante l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’«American Heart Foundation» e anche lo «US Department of Health & Human Services» abbiano gradualmente iniziato a promuovere uno stile di vita volto a percorrere almeno 10 mila passi al giorno, negli ultimi anni la veracità di questo numero è stata messa in discussione. Molti degli studi scientifici che sono stati condotti su questo specifico stile di vita si sono rivelati piuttosto arbitrari. In questi lavori, tuttavia, ci si è limitati a fare un paragone tra persone che percorrono i 10 mila passi ogni giorno e altre che, invece, ne fanno molti meno. Il confronto si è basato sulla misurazione delle calorie bruciate, della pressione sanguigna e dei livelli di glucosio nel sangue. Ma, al di là dei divari riscontrati, non si è quasi mai tenuto conto di altri comportamenti in grado di influenzare gli stessi parametri. E, di conseguenza, lo stato di salute complessivo.
E, d’altra parte, non è stato nemmeno eseguito un confronto con le condizioni di salute di chi è comunque abituato a camminare, seppur di meno. A ciò occorre aggiungere che, oltre a rischiare di essere controproducente sul piano psicologico, spingere una persona sedentaria a compiere almeno 10 mila passi al giorno potrebbe anche rivelarsi dannoso: è il caso di chi soffre di una malattia cronica, che potrebbe costringersi a sforzi eccessivi senza adeguati controlli. 
Obbiettivo dimagrire. A ciò occorre aggiungere che lo «standard» dei 10 mila passi può non essere sufficiente per chi cerca disperatamente la strada per perdere peso. Che questa strategia non sia necessariamente dimagrante lo dimostra uno studio condotto dai ricercatori del dipartimento di dietetica, nutrizione e scienze alimentari della Brigham Young University di Provo (nella Salt Lake Valley) e pubblicato sul «Journal of Obesity». Gli autori hanno osservato per sei mesi tre gruppi di matricole, abituate a percorrere quotidianamente 10 mila, 12.500 e 15 mila passi al giorno (in tutti i casi registrati con un contapassi). Sono stati anche registrati gli apporti energetici giornalieri e l’andamento del peso corporeo. Alla fine del semestre tutte le ragazze avevano acquisito, mediamente, tra uno e due chili. Un dato che ha portato i ricercatori a formulare un’osservazione piuttosto scontata: non basta l’esercizio fisico per essere certi di dimagrire. 
I vantaggi. Queste nuove ricerche, comunque, non significano che sia inutile assumere la buona abitudine di muoversi a piedi. Piuttosto si conferma come, per avere un risultato soddisfacente e duraturo, sia necessario un intervento integrato, capace di affiancare all’attività fisica un’adeguata correzione delle abitudini alimentari. Un aspetto, quest’ultimo, che potrebbe aver avuto un peso tutt’altro che irrilevante nel gruppo di studentesse statunitensi sottoposte ai controlli.
Di sicuro «abituarsi a fare lunghe camminate ogni giorno può aiutare ad assumere uno stile di vita meno sedentario», per dirla con Bruce Bailey, docente di scienze motorie alla Brigham Young University e prima firma della pubblicazione. Per ridurre il girovita servirà poi compiere qualche altro sacrificio. Ma vincere la pigrizia, muovendosi a piedi, è il primo passo per rimettersi in forma. Ben venga, allora, una passeggiata.