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 2020  marzo 02 Lunedì calendario

Biografia di Gregorio Paltrinieri

Quando durante l’intervista, il nuotatore Gregorio Paltrinieri (la cui specialità sono le lunghe distanze, cioè 1.500 e 800 metri) tira fuori alcune fotografie di sé da piccolo, si capisce tutto di lui. Non ve n’è una dove il Greg bambino e poi ragazzo non sia in acqua. In uno scatto, ancora nelle braccia di papà Luca (ex nuotatore agonista che per primo si accorge dei numeri del figlio), è in piscina. Con gli occhi sghembi ma già accesissimi e le labbra arricciate in una smorfia di spensierata gioia, prende confidenza con quello che sarà l’elemento caratterizzante della sua intera esistenza: “Ho iniziato prestissimo, in pratica a tre mesi già stavo in acqua perché mio padre gestiva una piscina. Io, invece, ho tantissimi ricordi già a partire dai quattro anni”.
In un’altra foto, già un po’ più grande, è arrampicato sulle spalle della mamma Laura e, guancia a guancia, non si stacca da lei. Sullo sfondo, mentre Gregorio resta abbarbicato amorevolmente al collo materno, le barche di un molo. La madre, figura cardine dei suoi giorni, per anni lo ha accompagnato dopo la scuola agli allenamenti, preparandogli alla sera – e oggi tutte le volte che torna a casa – le lasagne oppure i cappelletti in brodo che tanto gli piacciono. “Verso i sette anni ho iniziato con l’agonismo e ho ricevuto le prime piccole soddisfazioni. Ma è stato in adolescenza, durante i quattordici anni che ho capito che potevo far bene. Agli assoluti (le gare nazionali ndr.) ero sempre tra i primi. E lì ho iniziato a crederci, ad avere dei sogni”. A ben guardarlo, dunque, ora mentre i capelli bagnati gli rigano le belle gote e con ancora vivida l’immagine di lui che cavalca la distesa blu con agilità ultraterrena durante gli allenamenti, è chiaro: Gregorio è una creatura dell’acqua.
Classe 1994, questo prestante ragazzone di 1.90 m è un atleta ponderato e consapevole. A vincere importanti medaglie internazionali ha iniziato nel 2012, oro agli Europei di Belgrado nel 1.500 e argento negli 800; e di lì argento ai Mondiali di Istanbul dello stesso anno; nel 2014 oro ai Mondiali di Doha nei 1.500, per poi replicarsi l’anno successivo ai Mondiali di Kazan. Fino a Giungere alle Olimpiadi di Rio 2016.
Ma Greg non ha un ricordo bellissimo dell’oro olimpico: “Sin da subito ho voluto spingere e ricordo che già a metà gara avevo sei secondi di vantaggio. Ovvio che da piccolo sogni di poter vincere le Olimpiadi, ma io ero così carico di tensioni e aspettative, che non l’ho vissuta benissimo. Partivo da super favorito e se anche fossi arrivato secondo, avrei perso. La vittoria, lì per lì, è stata una vera liberazione. La gioia è arrivata a posteriori: oggi sono felice di quella che è stata una grandissima gara.”
Sono passati quattro anni e Greg è ancora tra i favoriti per Tokyo2020. “Adesso sono più maturo e vivrò questa mia terza Olimpiade con maggiore consapevolezza. Anche perché, se prendi una finale olimpica o mondiale, che differenza c’è tra i primi otto al mondo? Tempi e allenamenti sono simili. A vincere è la testa, come reggi la pressione del momento. Fa piacere sapere che la gente ripone speranze su di me, questo mi carica, ma in acqua io stacco tutto, non penso ai giornali, a cosa diranno, io sono lì per me stesso.” Ma soprattutto è uno che, tenacemente non smette mai di sognare. “Voglio sempre raggiungere qualcosa in più, sono mai sazio, mai appagato” E poiché gli piacciono le sfide, adesso – oltre alle sue discipline – ha aggiunto il mare aperto, “le acque libere” come si dice in gergo. “Si tratta di una gara totalmente diversa, molto fisica. È una tonnara senza corsie dove lotti anche contro le condizioni del mare”.
E mentre il nuotatore cinese Sun Yang viene squalificato per doping, l’azzurro Greg è un esempio di nitore sportivo. Non a caso, il suo mito era (ed è) Kobe Bryant. “Fuori e dentro al campo era un fenomeno. Volevo essere come lui”. Allora, non facciamo fatica a immaginare questa frase nei pensieri di molti bambini, piccoli nuotatori di oggi, mentre a bordo delle proprie piscine, stanchi ma motivati, sognano di vincere le Olimpiadi “come Gregorio Paltrinieri”.