Il Messaggero, 1 marzo 2020
Quei 720 giorni di Mozart in Italia
Qualche numero, per iniziare. Wolfgang Amadeus Mozart (Salisburgo 1756 Vienna 1791) è vissuto quasi trentasei anni, e ne ha spesi dieci in viaggio, visitando tre volte l’Italia, per un totale di 720 giorni. La prima volta dal 1769 al 1771, per 461 giorni, la seconda, sempre nel 1771, per 121, e l’ultima tra il 1772 e il 1773, per 138. Nel nostro Paese ha percorso ben tremila chilometri, visitando ventisette città, da Bressanone a Napoli.
Nel suo nuovo libro Mozart. Scene dai viaggi in Italia (Il Saggiatore), Sandro Cappelletto parte da questi numeri per un racconto avvincente, basato soprattutto sul magistrale volume di Alberto Basso, (I Mozart in Italia. Cronistoria dei viaggi, documenti, lettere, dizionari dei luoghi e delle persone, Accademia di Santa Cecilia, 2006), che aveva ricostruito giorno per giorno gli spostamenti del fanciullo prodigio e del padre Leopold. Se dunque lo studioso torinese aveva mappato gli spostamenti dei due, arrivando addirittura a riportare orari e durate di ciascuna tappa, Cappelletto parte da questi dati per collocare questa vicenda nel contesto storico e musicale, indagando sulle motivazioni che furono alla base di una così impressionante smania di visitare l’Italia.
GLOBETROTTER
La cosa che potrebbe lasciare stupefatti è che quando il padre Leopold, apprezzato didatta e violinista di Salisburgo, decise d’intraprendere il primo viaggio in Italia, il piccolo Wolfgang, allora tredicenne, aveva già viaggiato moltissimo e visitato in sua compagnia e con la sorella maggiore Anna Maria, detta Nannerl, mezza Europa: Germania, Belgio, Olanda, Inghilterra, Svizzera, Francia. Cappelletto articola il suo libro secondo un ordine cronologico, arricchendo ciascuna tappa del viaggio con considerazioni che aiutano a collocare questi spostamenti in una cornice storica di più ampio respiro, tracciando, tra l’altro, una mappa delle principali linee direttrici della musica italiana dell’epoca: l’opera, la musica strumentale, la musica sacra.
Ecco scorrere le tappe, tra le quali Milano, Lodi (dove Wolfgang compose un quartetto), Mantova, Parma, Firenze. Per arrivare a Roma, dove padre e figlio spesero le loro giornate in modo vorticoso, tra accademie (concerti privati), ricevimenti e visite nelle chiese. Qui ascoltarono nella Cappella Sistina il famoso Miserere di Allegri, la cui partitura era custodita gelosamente negli archivi sistini, e che il ragazzo trascrisse sul pentagramma una volta tornato nella sua dimora romana. Cappelletto ricostruisce minuziosamente questa impresa per la quale il Papa gli conferì la nomina di cavaliere del Toson d’oro pochi mesi dopo, come testimoniato da un Breve pontificio conservato nell’Archivio Segreto Vaticano.
NAPOLI E MILANO
L’autore pone in evidenza la fitta rete di relazioni e conoscenze messe in campo da Leopold quando i due arrivano a Napoli, la vera capitale musicale europea del tempo, dove ascoltano musiche di autori come Jommelli e incontrarono l’aristocrazia locale e straniera. Cappelletto accompagna il lettore con un dosato equilibrio tra divulgazione ed approfondimento nelle tappe successive dei viaggi che videro il genio alle prese, tra l’altro, della composizione di un’opera (Mitridate, re di Ponto, a Milano) l’affiliazione ad importanti istituzioni musicali, come l’Accademia Filarmonica di Bologna, e l’ingresso nei più esclusivi ambienti nobiliari veneziani.