Il Sole 24 Ore, 1 marzo 2020
In Italia 5.700 posti letto per l’emergenza virus
La quarantena dei primi sette civili in una struttura militare è cominciata da qualche giorno a palazzo Riberi a Torino, storica costruzione di inizio ’900 dell’Esercito. Un’altra decina di cittadini sarà ricoverata già da martedì presso i locali sanitari del Comando Esercito di Milano. E altre richieste per i militari cominciano a fioccare: da Sanremo, Colle Isarco, in Campania.
Il piano messo a punto dal ministero della Difesa, guidato da Lorenzo Guerini, è diventato ufficiale dal 25 febbraio. Ma «la Difesa si è mossa fin dal 2 febbraio» ha ricordato ieri il ministro. Guerini, d’intesa con i colleghi del governo presieduto da Giuseppe Conte, ha chiesto al capo di Stato maggiore della Difesa, Enzo Vecciarelli, di trovare subito posti letto in tutte le basi militari. Pronti alla consegna per l’emergenza in atto: i numeri in crescendo vorticoso dei contagiati, siamo già oltre i mille in tutta Italia, hanno messo in fibrillazione, se non quasi alle corde, diverse unità del servizio sanitario nazionale.
Il piano della Difesa al momento prevede 5.723 posti letto disponibili in tutta Italia. Al Nord – copertura per tutte le regioni, Val d’Aosta compresa – siamo a quota 2.585. Se aggiungiamo la Toscana si arriva a 3mila posti letto, ben oltre la metà del totale. Ai primi segnali dell’epidemia in atto, la ricognizione dei posti letto militari è scattata con priorità assoluta. Vecciarelli l’ha affidata al vertice militare di massima operatività: il Coi (comando operativo di vertice interforze) guidato dal generale Luciano Portolano.
Il Comando operativo interforze è stato così qualificato «referente unico per la gestione dell’emergenza sanitaria in sinergia con tutte le Forze Armate e in coordinamento con il Dipartimento della Protezione civile, Ministero Affari Esteri e della Salute» spiega la Difesa. E il Coi interagisce ogni giorno con gli vertici degli Stati maggiori, il generale Salvatore Farina (Esercito), l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone (Marina) e il generale Alberto Rosso (Aeronautica). Da quando è scattata l’emergenza coronavirus l’allineamento operativo è anche con Angelo Borrelli, capo della Protezione civile. Sempre il 25 febbraio, il Coi ha inviato ai vertici di tutte le Forze Armate, compresa l’Arma dei Carabinieri, al Segretario generale della Difesa e a tutti i comandi delle missioni all’estero, la «Direttiva misure precauzionali da adottare per emergenza COVID-19». La direttiva ha disposto «il blocco dell’invio e il rientro dai teatri operativi di tutto il personale fino a nuovo ordine». Uno stop necessario per allestire «le procedure di screening per l’invio/rientro»: la rilevazione della temperatura, il tampone faringeo, l’eventuale quarantena.
Adesso il decreto legge appena approvato dal governo all’articolo 25 ha disposto che «le misure precauzionali volte a tutelare la salute» per «gli appartenenti alle Forze di polizia, alle Forze Armate e al Corpo nazionale dei vigili del fuoco» devono essere «definite dai competenti servizi sanitari» in base a una serie di «procedure uniformi, stabilite con apposite linee guida adottate d’intesa tra le amministrazioni». Oltre al Coi ci saranno dunque presto anche indicazioni di ogni Forza armata, emanate dai rispettivi Stati maggiori per il proprio personale. Del resto le modalità operative dell’Aeronautica in volo o della Marina in navigazione pretendono procedure specifiche.
Ma il lavoro del Coi intanto va avanti a pieno regime con una sala operativa, come si dice in gergo, «h24-7/7», in coordinamento del piano di prevenzione per i teatri operativi all’estero mentre sul territorio nazionale la sinergia riguarda i ministeri coinvolti nell’emergenza. La direttiva del generale Portolano preannuncia l’ipotesi di attivare a Pratica di Mare un unico aeroporto nazionale di imbarco per partire all’estero «presso il quale avverrà il prelievo di campioni biologici (tampone) a cura del Celio nella misura massima di 100 esami al giorno». Nessun militare potrà partire in missione senza aver fatto tutti i controlli previsti. Sul territorio nazionale, inoltre, le Forze armate devono non solo sensibilizzare il personale ma soprattutto «stimolare il senso di responsabilità individuale». I Dpi (dispositivi di protezione individuali), cioè le mascherine, andranno fornite «specialmente nell’ambito dell’operazione Strade Sicure e nel controllo delle aree a rischio».
Oltre a una serie di restrizioni per gli allievi di accademie e istituti di formazione, a partire dall’arrivo e il ritorno in licenza nelle aree già contagiate, le Forze armate dovranno «prevedere la sospensione delle cerimonie ufficiali che comportano adunanze di elevato personale». Mentre «i cambi di Comando dovranno essere effettuati in ambiente ristretto senza prevedere lo schieramento di truppe».