Corriere della Sera, 1 marzo 2020
La prima candidata down in Francia
La prima volta che Éléonore Laloux è apparsa sui giornali fu all’età di un anno, nel settembre 1986, quando doveva essere operata al cuore e si cercavano donatori di sangue: «Slancio di solidarietà all’ospedale Louez-Dieu in favore della piccola Eléonore», era il titolo de La Voix du Nord. Seguirono altre due operazioni e molti altri articoli, perché dopo i primi passi difficili Éléonore Laloux ha piantato i piedi nell’esistenza e con l’aiuto via via meno indispensabile dei genitori è diventata una militante dei diritti delle persone affette da sindrome di Down (in Francia nota come trisomia 21).
La nuova battaglia di Éléonore Laloux, che oggi ha 34 anni, è in politica: sarà la prima donna con la sindrome di Down a candidarsi in Francia alle elezioni municipali, che si terranno il 15 e il 21 marzo. Laloux si presenta ad Arras, la sua città, 160 chilometri a Nord di Parigi, nella lista centrista del sindaco uscente, Frédéric Leturque.
«Il sindaco ha fiducia in me perché sa che sono una donna determinata, che ama la vita. So quello che voglio», dice la candidata, che lavora negli uffici amministrativi di una clinica privata di Arras e vive da sola in un appartamento del centro.
Il sindaco Leturque sottolinea che la presenza di Éléonore Laloux nella lista non è affatto simbolica. «Potrebbe davvero essere eletta, e credo che sarebbe un arricchimento per tutti – dice il sindaco —. La conosco da vent’anni, ho visto come è riuscita a integrarsi a scuola e sul posto di lavoro. È una personalità conosciuta in città, che dice le cose in modo diretto, come le pensa, e fa osservazioni pertinenti, con concretezza e realismo. La sua energia potrebbe essere molto utile alla mia lista e ai cittadini».
Nel 2014 Éléonore Laloux ha scritto il libro autobiografico «Triso et alors !» ed è portavoce dell’associazione «Les amis d’Éléonore» fondata dai genitori Emmanuel e Maryse per difendere i diritti di chi è affetto da sindrome di Down. Negli anni il collettivo si è battuto perché vengano stanziati più fondi per la ricerca terapeutica, e perché si trovino i mezzi per accompagnare ogni persona secondo i suoi bisogni, che possono essere molto diversi a seconda dei casi.
Nel caso di Éléonore, i genitori hanno sempre lottato perché la figlia non seguisse un corso di studi speciale, ma rimanesse nella scuola pubblica ordinaria. La Commissione dei diritti e dell’autonomia delle persone handicappate (Cdaph) sosteneva invece che fosse meglio per lei farla seguire da un istituto specializzato, ma Emmanuel e Maryse Laloux hanno fatto ricorso al tribunale amministrativo e hanno vinto, ottenendo un insegnante di sostegno. «Nella scuola ordinaria si è liberi – disse poi la ragazza —, non ci sono differenze, si vive come gli altri».
Il programma politico di Éléonore Laloux parte dai diritti delle persone con disabilità fisica o mentale, ma si allarga ai temi ambientali: tra le priorità ci sono più piste ciclabili, più fondi per la pulizia della città, e una maggiore attenzione agli spazi riservati ai cani. È una candidatura importante, al di là della determinazione e della vicenda personale della donna, perché dimostra che la qualità della vita di chi è affetto da trisomia 21 dipende molto dall’aiuto delle famiglie e dello Stato. Non esistono cifre esatte, ma si stima che il cromosoma in più riguardi quasi 50 mila persone in Francia e quasi 40 mila in Italia.