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 2020  febbraio 29 Sabato calendario

Vita di Buzzi e della sua non-moglie

Non fosse già appannaggio di Georges Perec, La vita, istruzioni per l’uso poteva essere il titolo adatto a Tutte le opere di Aldo Buzzi, ora proposte da La nave di Teseo a cura di Gabriele Gimmelli, con i disegni di Saul Steinberg e un’ampia introduzione di Antonio Gnoli. Buzzi, che nella vita ha fatto diverse cose, dall’aiuto regista al redattore di casa editrice, esordì nella scrittura proprio con un Taccuino dell’aiuto regista che fu impaginato da Bruno Munari e pubblicato, nel 1944, da Hoepli. Ricordo di averlo cercato per anni e di averlo finalmente trovato da un libraio antiquario. Non costava poco, anche se ora non ricordo più il prezzo. Alla prima occasione dissi a Buzzi dell’avvenuto acquisto e lui commentò: «Adesso ce l’hai». Aveva frequentato Soldati e Lattuada (che era stato suo compagno di studi ad Architettura, insieme a Saul Steinberg e a Luigi Comencini) e Fellini, che lo chiamava Aldino. Dopoil Taccuino, che è un’intelligente “lettura” del cinema, bisogna aspettare una trentina di anni per veder comparire da Scheiwiller un secondo libretto, Quando la pantera rugge. Mille copie soltanto, com’era nel costume dell’editore, ma l’accoglienza è buona. La prosa di Buzzi, disincantata e precisa, venata d’ironia, piace al mondo letterario. Nel ’72 muore improvvisamente Ennio Flaiano, di cui Buzzi era amico e di cui curerà in parte alcuni volumi postumi. Flaiano, il Flaiano del Diario notturno, per intenderci, è il giusto contraltare di Buzzi: sono ambedue scrittori che prendono appunti in margine a quella cosa strana che si chiama vita. Buzzi poi svilupperà il tema, tutto suo, del cibo e della cucina e Saul Steinberg (che nei suoi libri è sempre presente) arriverà a dirgli: il forno è la tua televisione. L’uovo alla kok, che è una sorta di viaggio attraverso cibi, ricette, personaggi celebri, letteratura e geografia, uscì da Adelphi nel ’79 e fu una ulteriore consacrazione. Buzzi, che amava la cucina casalinga e quella dei ristoranti poveri e genuini, ma anche le ricette ricercate, intreccia racconti fino a creare un polittico che si attraversa con curiosità e godimento. Colto e originale, Buzzi diffida degli scrittori che non parlano mai di mangiare anche se perdona il povero Mastronardi che dichiarava di non avere preferenze e di bere solo acqua minerale. Fino alle tarde Lettere sul brodo, Buzzi non ha mai smesso di leggere l’esistenza anche attraverso la tavola. Ma c’è un disegno di Steinberg che coglie molto bene lo spirito con cui si muove Buzzi. Si vede un uomo col cappello seduto ad un tavolo sommariamente apparecchiato, ma in realtà non c’è sedia e non ci sono gambe. I particolari (e le assenze) illuminano l’insieme. E naturalmente la nostra biografia pesa molto nella selezione dei ricordi e nella valutazione dei sapori. Un altro tema costante delle sue prose sono i viaggi. Sì, Buzzi è stato un po’ dappertutto, in America dal suo amico Steinberg, e anche in Russia. C’è andato di persona ma c’è stato molto più tempo attraverso la letteratura russa come si vede in ?echov a Sondrio, dove si parla molto di Russia ma anche, appunto, di Sondrio o di Como e di Gorgonzola, perché alla fine lo sguardo ti riconduce alla porta di casa o al giardinetto di Milano dove c‘era un’"izba” russa. «Non era lontana dal giardino zoologico dove un lupo siberiano camminava in continuazione da un angolo all’altro della gabbia, sperando ostinatamente di trovare alla fine un buco da cui uscire nella steppa di Milano». «Grazie allo stile inimitabile», conclude Gnoli, «Buzzi avrebbe potuto scrivere anche un libro sul vuoto. Sarebbe stato comunque riconoscibile». Con l’opera omnia troverà certamente nuovi lettori. Intanto ha trovato un attento biografo in Luca Gallarini ( Le molte vite di Aldo Buzzi, Ets). Morto a 99 anni nel 2009, Buzzi è stato per oltre mezzo secolo il compagno di Bianca Lattuada, sorella del regista (la sua non-moglie). Oggi Franco Salghetti- Drioli che ha sposato Marina, la loro figlia, gli dedica alcune pagine di un suo curioso libro autobiografico, I miei 400 anni e altri viaggi. Vi si legge che Buzzi ogni tanto chiudeva Bianca sul balcone della loro casa di Milano, in via Bassini. Lei dopo un po’ si disperava, lui la guardava dal vetro e rideva. Sembra l’immagine di un film comico muto. Di quelli che finivano sempre con le torte in faccia.