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 2020  febbraio 28 Venerdì calendario

In India anche gli dei duellano in politica

In India, una battaglia tra gli dei sta causando uno sconvolgimento politico che nessuno aveva previsto. Per decenni, il partito dei fondamentalisti indù del Bjp, al potere dal 2014, ha monopolizzato la relazione tra religione e fede politica al grido di «Jai Sri Ram!» gloria al dio Ram, settimo avatar di Vishnu, l’Essere Supremo eroe del poema epico Ramayana. Jai Sri Ram è l’inno di tante anime pie, ma anche dei vigilantes quando massacrano i commercianti musulmani di vacche, ed è quello che viene fatto intonare ai Dalit, la casta più bassa, quando vengono bastonati per essere usciti dai ranghi. Ed è soprattutto lo slogan che il Bjp ha cercato di usare per vincere le recenti elezioni a Delhi, violando la legge elettorale che proibisce slogan religiosi alle urne.
Invece, come racconta il politico del partito dell’Uomo Qualunque, Saurabh Bhardwa, alle urne del distretto del Greater Kailash di Delhi i militanti del Bjp lo gridavano eccome. La polizia si rifiutava di intervenire dicendo che non era possibile zittire una folla che cantava un inno religioso, nonostante fosse illegale. Così i fedeli dell’Aap, quegli Uomini Qualunque guidati dall’ingegnere Arvind Kejriwal, in risposta si sono messi a intonare «Jai Bajrangbali!» ovvero «gloria al dio forzuto». A chi si riferivano? Usavano uno dei nomi di Hanuman, divinità dall’aspetto di una scimmia, dio della forza, del celibato, della conoscenza e della devozione, signore della vittoria e distruttore del male. E ora anche mascotte dell’Aap che ha stravinto le elezioni di Delhi, dove non è mancata occasione per Kejriwal di cantare in pubblico l’inno devozionale Hanuman Chalisa, ripreso poi su tutti i media, prima della conquista della capitale.
Questo importante conquista elettorale ha davvero molto a che vedere con il dio Hanuman, divinità che in tutta l’India ha molti più templi del dio Rama di cui, nell’epica religiosa Ramayana, il dio scimmia è un servitore. Ed è proprio per questo ruolo subordinato che Hanuman è molto più popolare tra i poveri, le caste più basse e le donne, oltre ad essere il patrono delle arti marziali, la lotta, l’acrobatica, la meditazione e gli studi. È, assieme a Ganesh, l’unico dio veramente trasversale riverito da tutte le sette dell’induismo, mentre il dio Ram viene strumentalizzato proprio da quelle caste che si ritengono superiori. Lo stesso governatore fondamentalista dello Stato più popoloso dell’India, il monaco Yogi Adityanath dell’Uttar Pradesh, ha definito Hanuman «un perverso selvaggio delle foreste e un Dalit», venendo subito denunciato per ingiurie da una confraternita di monaci conservatori. 
Può sembrare strano, in una nazione nella cui Costituzione il principio di laicità è scritto a chiarissime lettere fin dalle prime pagine, eppure questa sfida tra gli dei può davvero avere un serio impatto politico, visto che ora l’Aap dell’Uomo Qualunque si ripropone come partito nazionale, dopo aver tentato già nel 2014 con risultati non soddisfacenti. Il Congress Party, che fatica a fermare una frana di consensi, resta ambivalente sul ruolo della religione e non si decide a utilizzarlo a fini elettorali. Solo il parlamentare e scrittore-divo Shashi Tharoor ha capito l’utilità di esternare la propria devozione e ha scritto un libro sul perché è indù. 
Dall’era del «nobiscum deus» gridato dai soldati dell’Impero romano, fino al Gott Mit Uns dell’ordine teutonico prussiano, grido di battaglia degli svedesi nella guerra dei 30 anni e poi tristemente anche del Terzo Reich, e risalendo per i rami della storia, ridiscendendo fino agli evangelici di Donald Trump e al suo Attorney General William Barr che sbraita contro il complotto laico anti-religioso, l’idea di unire religione e politica, tema sempreverde della filosofia politica, ha quasi sempre pagato. Per non parlare del ruolo dell’Islam in questo contesto. 
Ma in India divinità e potere assumono un ruolo determinante, tant’è che più di un leader del Bjp ha ammesso che sia il proprio partito che l’associazione estremista degli Rss sono stati colti di sorpresa dal fatto che l’Aap abbia arruolato Hanuman. La battaglia tra gli dei è iniziata, e il futuro dei fondamentalisti che pensavano di avere il monopolio della religione in politica sembra complicarsi.