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 2020  febbraio 28 Venerdì calendario

Intervista a Bugo

Ora in tv canto Sincero da solo perché sono costretto ma quel singolo è bellissimo perché c’è Morgan, non voglio cambiarlo e mi piace il video con lui». Cristian Bugatti in arte Bugo, 46 anni, un figlio di tre anni e mezzo e una moglie impegnata nella carriera diplomatica, parla della “canzone interrotta” di Sanremo come nulla fosse successo, ma da venti giorni non si discute d’altro. La scena di lui che lascia il palco dell’Ariston è diventata anche un videogioco, il suo nome e quello di Morgan sono i più cliccati sul web. Bugo da cantante di nicchia è diventato l’artista più richiesto da radio e tv.
Con Morgan intrecciano un dialogo a distanza su reti alterne. In attesa di far conoscere al pubblico le canzoni del suo nuovo album, Cristian Bugatti , nel tour che parte il 20 marzo dall’Alcatraz di Milano.
Qual è stato il suo primo pensiero quando è uscito dal palco dell’Ariston?
«Ho temuto di aver buttato tutto il lavoro su questo album cui tengo molto. Alla conferenza stampa ero distrutto ma non avevo rimpianti: era venuto fuori Bugo, la serietà contro la pagliacciata. E ognuno scelga di schierarsi come vuole».
Qualcuno pensa a una grande operazione di marketing.
«Non sono mica uno che gioca, io.
Mi irrita chi pensa al complotto, anche se lo capisco perché è stata davvero una tempesta perfetta».
Si è trasformata in un volano per partecipazioni radio e tv.
«Avrei voluto fare promozione in modo sano, e insieme a Morgan.
Sono partito per cantare con lui a Sanremo. Dovevamo fare tutto insieme, due voci nel singolo per le radio , nel vinile. Nel video sono con lui. Abbiamo stampato magliette e borracce con le nostre foto. Basta con le teorie complottistiche».
Si potrebbe dire: tutto merito di Morgan con il cambio di testo.
«Non so se si può parlare di merito e comunque l’effetto è della mia
uscita, non della sua pagliacciata che non merita commenti».
Morgan già sul palco e lei, in cima alle scale, che urla verso il backstage: “Cosa devo fare?”
«C’era Marco della mia etichetta Mescal che Morgan aveva insultato, prima di offendere me. Marco mi ha detto “vai a cantare”. Ero titubante ma sono andato, senza la minima idea di ciò che lui avrebbe fatto. E lui comincia a cambiare il testo. Non avrei mai accettato che qualcuno cambiasse la canzone, neanche Paul McCartney».
Gli sputi e i morsi di cui qualcuno ha parlato ci sono stati?
«Non esiste, non alzerei mai le mani su nessuno. Tutto falso e lo ha detto anche Morgan».
Veniamo a oggi. È uscito il suo
album con ballate, canzoni d’amore, pezzi rock.
«Il progetto è iniziato a maggio 2018, una cavalcata vincente, con i tempi giusti e una grande selezione di brani. Volevo fare un disco che entrasse nei classici della canzone italiana. Siamo partiti dal suono, quello degli anni Sessanta o Ottanta, come in Sincero , ma non necessariamente vintage. Avevo in mente che tipo di macchina Ferrari volevo ottenere con gli altri due autori, Simone Bertolotti e Andrea Bonomo, un tridente d’attacco che ha costruito tassello per tassello il disco. Il titolo l’ho scelto alla fine, quando ci hanno chiamati per Sanremo. Cristian Bugatti era il modo per presentarmi al pubblico più vasto del Festival».
L’album è però rimasto a mezza classifica. Nonostante i clamori sanremesi.
«La prima settimana era secondo su iTunes. Credo che la gente voglia ancora mettermi alla prova. Per questo non vedo l’ora di fare il tour e uscire con i singoli. C’è una bella canzone d’amore come Fuori dal mondo , o il duetto con Ermal Meta in Mi manca ».
Quello con Meta era un altro perfetto brano per Sanremo.
«Sì, ma sarebbe stato il quinto anno consecutivo di Ermal all’Ariston, lui poi ha il suo album da finire. E non mi dispiaceva partecipare con un brano frizzante come Sincero ».
Ma con Morgan farete pace?
«Non voglio, non ce la farei, non se lo merita neanche la mia squadra. E non dimentico che il 27 gennaio aveva cominciato a chiedere soldi al mio manager minacciando che non sarebbe venuto, Ci dovrebbero dare il premio serietà».