Corriere della Sera, 28 febbraio 2020
I problemi del fisco americano
Si apre la stagione della dichiarazione dei redditi in America e, come ogni anno, è sfida da guardie e ladri: il Fisco cerca di scovare chi evade o elude mentre i contribuenti si danno da fare per detrarre tutto il detraibile (e, a volte, anche di più). Una battaglia apparentemente impari perché, anche se in America le dure sanzioni previste dalla legge sono un potente disincentivo all’evasione, l’Internal Revenue Service, l’organo che amministra la giustizia fiscale, viene sempre più depauperato: nel decennio appena concluso ha perso 30 mila dipendenti e 2,6 miliardi di dollari di finanziamenti per il suo funzionamento. Lo stesso Charles Rettig, il commissioner che dirige l’IRS, il Fisco Usa, ha ammesso, parlando ad una conferenza in California, che la sua amministrazione ha dovuto ulteriormente ridurre gli accertamenti: le dichiarazioni passate al setaccio sono scese dallo 0,59% del 2018 allo 0,45 dello scorso anno. È il livello più basso dal 2002. Eppure, nonostante una situazione amministrativa interna che continuerà a peggiorare (il 31% dei dipendenti andrà in pensione nei prossimi 5 anni e non sono previsti rimpiazzi), Retting è certo di poter mettere con le spalle al muro molti contribuenti che occultano le loro entrate. Come? Grazie all’uso massiccio dell’intelligenza artificiale (AI). Sono già diversi i Paesi che usano queste tecnologie in campo tributario. Il Canada, ad esempio, sta per lanciare Charlie: un charbot che dialogherà in modo automatico coi contribuenti. L’IRS, invece, sta utilizzando AI e Big Data soprattutto per registrare e tracciare un’infinità di flussi di denaro fino a ieri pressoché invisibili come gli incassi per le vendite di oggetti su eBay. «Non avete idea di quanti dati affluiscono una volta che abbiamo un nome e un numero telefonico» dice il capo dell’IRS che, per le indagini, usa la tecnologia di Palantir, la società di Peter Thiel, grande fornitrice di servizi digitali al governo federale e, in particolare, alle sue agenzie di intelligence.
Ma contribuenti e commercialisti non stanno a guardare: si moltiplicano le società di consulenza fiscale che attirano clienti anche con i loro software e gli algoritmi predittivi capaci di capire in anticipo quali sono i contribuenti che sono destinati a finire sotto la lente d’ingrandimento degli ispettori dell’IRS.