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 2020  febbraio 27 Giovedì calendario

In Liguria la prima fattoria psichiatrica

Ci sono gli asinelli, col loro passo ciondolante e le orecchie lunghe lunghe. Ci sono i cani, i migliori amici dell’uomo, che scodinzolano a caccia di coccole. Ci sono le pecore, le caprette, le galline. Ma non è una fattoria qualsiasi, come quelle dove vendono la carne e mungono le vacche per fare il latte. Dove mamme e papà portano i bimbi a passare un giornata all’aria aperta per guardare gli animali nei recinti. Niente di tutto questo. Quella di Diano Marina è la prima fattoria terapeutica d’Italia costruita su misura per ragazzi e ragazze con problemi psichiatrici. Saranno gli animali, grazie alla loro sensibilità, ad aiutare i giovani pazienti a reinserirsi nella società e a mettersi alle spalle disturbi di personalità, disturbi alimentari, dipendenze patologiche, abusi di sostanze, comportamenti autolesionisti e altre brutte storie. Il panorama è da mozzare il fiato. Il verde delle colline piene degli ulivi, celebri per le taggiasche, sfuma nel blu del Mar Ligure che quasi non te ne accorgi. L’aria che si respira è quella buona della riviera di ponente che non ha il problema delle polveri sottili e dei blocchi al traffico. In mezzo alle attività agricole dove si coltivano il basilico, i tipici pomodori a cuore di bue, i fiori di ogni genere e colore. In mezzo ai frantoi dove sgorga l’olio d’oliva. 
Villa Danilo è qui, un’elegante palazzina a tre piani circondata da un ampio giardino che ospita la fattoria. Giovanni Giusto, lo psichiatra e psicoterapeuta che ha ideato il progetto attraverso il Gruppo Redancia di cui è direttore sanitario, l’ha chiamata così in memoria dell’amico fraterno, nonché collega, Danilo Ravera, purtroppo scomparso di recente. 
Tutto è in ordine a Villa Danilo. Ogni animale ha il suo posto ed è pronto per il giorno di scuola. A marzo, infatti, quando i cancelli del centro apriranno comincerà l’avventura e il nostro Paese diventerà ufficialmente il primo a vantare una struttura specialistica unica nel suo genere. Dove la cultura contadina e la cultura della comunità terapeutica si fondono e diventano una cosa sola, con alla base cooperazione e convivenza. «È un’idea semplice e originale che in parte capovolge l’idea classica della psichiatria sul valore del lavoro. Infatti non si tratterà della classica fattoria sociale aperta alla collaborazione lavorativa di persone disagiate socialmente o sofferenti mentalmente, tantomeno di una fattoria didattica finalizzata all’educazione di adolescenti», ha spiegato il dottor Giusto che già negli anni Novanta aveva deciso di concentrare la sua professione sull’accoglienza del paziente psichiatrico mettendo al centro l’ascolto e il rispetto della diversità. Oggi sono 25 le strutture, per un totale di 600 pazienti, che seguono il modello Redancia. E la fattoria terapeutica è destinata a fare scuola ben al di fuori dei confini della Liguria. un anno Villa Danilo potrà ospitare al massimo 20 adolescenti per un periodo compreso tra i tre mesi e l’anno pieno. Ognuno avrà la sua camera e verrà assistito da un operatore specializzato durante tutte le fasi della giornata, attraverso un percorso psicoterapeutico intensivo con tecniche specifiche.
Ci saranno anche un agricoltore che coordinerà il lavoro nei campi e un veterinario comportamentista che si occuperà delle relazioni tra pazienti e animali. Già, gli animali. La parte fondamentale del progetto, senza cui non avrebbe quel carattere di unicità che lo contraddistingue. Asini e cani saranno in prima linea nel lavoro di riabilitazione su ragazzi che devono imparare a tenere a bada impulsi e angosce: sono gli animali più adatti e predisposti e entrare in sintonia con gli umani e a intraprendere con loro delle relazioni efficaci. Mentre capre, pecore e galline verranno curate e trattate dagli operatori come all’interno di qualsiasi fattoria. A eccezione del macello, e hai detto niente… In tutto ciò, i pazienti non dovranno né lavorare la terra né badare agli animali e una volta finito il percorso continueranno le proprie terapie in ospedale. «Dall’incontro di queste diverse culture scaturirà un ambiente accogliente, gradevole, sereno e produttivo. Villa Danilo sarà accreditata e convenzionata con Regione Liguria, ma potrà ospitare anche pazienti da fuori regione», sottolinea il promotore dell’innovativo progetto, il medico Giovanni Giusto.