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 2020  febbraio 27 Giovedì calendario

Perché è tanto urgente votare le intercettazioni?

Il trojan è la fine del mondo, ma la psicosi da coronavirus impedisce di capire quale sia il virus più grave. Questo era solo il governo dell’inutile e della decostruzione, impegnato a vivacchiare in attesa di trovare un modo – uno qualsiasi – di neutralizzare Matteo Salvini: ma dall’inizio del 2020 i danni fatti dai poveretti al potere, simbolizzati nei volti dei Conte e Bonafede, sono scivolati nell’irreparabile. Pagheremo caro e pagheremo tutti. Prima la blocca-prescrizione, poi gli errori sul coronavirus, ora il provvedimento sulle intercettazioni e sul trojan, che dovrebbe essere votato questa sera e marchierà d’infamia chi l’ha sottoscritto, perché non è solo la quint’essenza del peggior giustizialismo grillino: è qualcosa di più. Sorge spontaneo un parallelo col decreto Biondi del 1994, quando una sacrosanta legge anti-manette fu votata in coincidenza con una partita dei mondiali di calcio (l’Italia sconfisse la Bulgaria) probabilmente anche per sfruttare la distrazione generale degli italiani: ora al posto dei Mondiali c’è il coronavirus. Il trojan, in una frase, è un virus autoinstallante che viene iniettato negli smartphone e nei computer e che diviene una microspia perennemente accesa, sfruttando anche le telecamere dei dispositivi per guardare nelle case e negli uffici. In genere la descrizione finisce qui, ma si tende a tacere che questo strumento non capta soltanto audio e video e quindi dei flussi di dati che entrano nel cellulare o nel computer: oltre ai flussi, il trojan cattura anche i dati memorizzati sul sistema (anche se non sono mai stati inseriti in nessun «flusso», anche se sono stati semplicemente installati prima dell’attivazione del trojan, come per esempio la foto di tua figlia, o appunti personali) e questo va decisamente oltre il concetto di intercettazione informatica: si chiama spionaggio. Ed è tutta roba che non può essere «distrutta» o buttata via, come da anni si dice che si dovrebbe fare per le intercettazioni telefoniche penalmente irrilevanti: il decreto prevede che venga tutto conservato in un nuovo archivio digitale gestito e diretto dal Procuratore della Repubblica. 
Penalmente rilevante o meno che sia (dettaglio che magari verrà deciso solo alla fine di un lungo procedimento, e quindi, potenzialmente, dopo infinite pubblicazioni) la tua vita informatica, che spesso è la tua vita e basta, rimarrà in quell’archivio, e nessuno potrà essere punito se ritenesse interessante pubblicarla: il disgraziato Decreto Bonafede, infatti, prevede che nessun giornalista possa essere incriminato per violazione del segreto d’ufficio. Siccome già oggi non succede quasi mai (che sia punito) hanno risolto abolendo la violazione. E questa si chiama fine del mondo: il tuo mondo, quello che riguarda il tuo privato che non sarà mai più privato. Perché non sono più «intercettazioni telematiche» mirate, ma monitoraggi occulti e non scomponibili dei cazzi tuoi (tutti i cazzi tuoi) da parte di magistrati e loro personali captatori professionali. 

A STRASCICO 
Poi si può raccontare in cento altri modi. Tutto nasce dalla riforma varata nel 2017 dal Guardasigilli Andrea Orlando, che già prevedeva l’uso del trojan per reati gravi ma, ovviamente, non fuori del procedimento in cui ne fosse stato disposto l’utilizzo. Poi è arrivata l’era grillina e la malsana idea di usare le intercettazioni per scoprire casualmente dei reati anche diversi da quelli sui quali si stava indagando: in pratica le cosiddette intercettazioni a strascico, usate per puntare tizio (indagato per qualsiasi ragione) e cercare reati alla cieca. Possibile? Le sezioni unite della Cassazione hanno detto che lo è, ma solo se un’intercettazione dovesse far scoprire reati da arresto immediato. Il trucchetto però è noto: si procede per un’ipotesi di reato (grave) anche se si sa che l’ipotesi verrà probabilmente derubricata in un’ipotesi meno grave, tecnica cara a Mani pulite. Morale: il decreto Bonafede prevede che l’uso di un’intercettazione che scopra nuovi reati è possibile se «indispensabile e rilevante», solita formuletta che lascia al singolo magistrato ogni discrezionalità. Memorandum: il caso Palamara. Le fughe di notizie e le vite private messe a nudo si sono dimostrate inseparabili dall’uso del trojan e delle intercettazioni, anzi: ne sono state inscindibili conseguenze; uno sputtanamento generale senza che ci fossero, spesso, neppure ipotesi di reato. Qui, ecco: c’era «l’interesse pubblico»? Deciso da chi? 
La cosa incredibile è che anche il Pd di Andrea Orlando e i renziani abbiano votato questa roba, e che in serata possano finire di votarla. È come per la blocca-prescrizione: non c’è più realpolitik che tenga, non c’è più scusa, non c’è più niente. Ci sono dei minorati mentali, saliti al potere per via di un voto anti-potere, che ci rubano le libertà fondamentali, e ci sono il Partito democratico, Liberi e uguali e Italia Viva che reggono il sacco.