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 2020  febbraio 27 Giovedì calendario

Periscopio

L’ha scritto il puntiglioso Diamanti che anche la creatura politica di Berlusconi, Forza Italia, «evoca, non la nazione, ma la nazionale». Edmondo Berselli, Sinistrati. Mondadori, 2008.
Per favorire il Pd, il predecessore, Napolitano, altro talentuoso, si era invece comportato nel 2013 all’opposto di Mattarella nel 2018. Dette l’incarico a Pierluigi Bersani, pur sapendo che mai ce l’avrebbe fatta. Tirò a lungo, passò il testimone a Enrico Letta e, batti e ribatti, impose il Pd per l’intero quinquennio. Per uscire dalla trappola, la destra dovrà espugnare il Quirinale. Se poi abbia tra i suoi un furbo di tre cotte come questi, è un altro discorso. Ma ci tornerò sopra. Giancarlo Perna. LaVerità.

Il successo della tesi golpista, ingiustamente a danno di mio padre, lo si deve alla forza mediatica e culturale del Pci, alla sua capacità di mistificare la storia e coprire la verità. Il ’64 fu un tassello importante del racconto di una Dc golpista, pezzo forte della propaganda comunista. Erano i tempi del Muro di Berlino, dei missili a Cuba e mio padre si preoccupava per l’ordine pubblico, anche perché il primo anno del centro-sinistra aveva creato tensioni. Convocò, ufficialmente, De Lorenzo, per sapere da lui qual era la situazione nel Paese. De Lorenzo non fece altro che aggiornare i piani, come avveniva periodicamente, nel caso vi fossero stati eventi che avrebbero potuto mettere in pericolo l’integrità della Repubblica. La riprova che non vi furono tentativi di golpe è dimostrata dalla nomina, due anni dopo, di De Lorenzo a capo di Stato Maggiore dell’Esercito. Saragat, Moro e Nenni avrebbero promosso l’uomo che tramò contro di loro?. Mariotto Segni, politico (Pier Luigi Vercesi). Corsera.

Il successo travolgente dei populisti polacchi ha una componente amara proprio per la sinistra: da quando è al potere il partito di Kaczinsky, di destra, sono aumentati i salari, è diminuita l’età pensionabile, è stata praticamente sradicata la povertà infantile. L’economia cresce e le finanze pubbliche sono in salute grazie a un boom dei consumi interni che fa felici famiglie e imprese: Il problema di Diritto e Giustizia è che fa pagare la prosperità economica con pesanti regressioni sul piano dei diritti. Robert Biedron, sindaco gay di Slupsk, progressista polacco (Raffaele Oriani). il venerdì.

Credo di essere stato un buon insegnante. Un discreto pianista e perfino un direttore d’orchestra. In questi anni ho lavorato agli studi di Chopin. Ne sono felice perché oggi il suono è stanco e la sfida è di ritrovarmi con me stesso. Con quello che sono stato e che, paure a parte, avrei voluto essere. Perché questa è la vita umana. Non so spiegarlo bene. Ma è come se, giunto a 85 anni, ritrovassi intatti tutti i miei sogni. Leone Magiera, maestro di Luciano Pavarotti (Antonio Gnoli). la Repubblica.

Andai a Berlino per le Olimpiadi del 1936, ma non vidi né Hitler né Jesse Owens. Incontrai però Ondina Valla, prima della finale degli 80 metri a ostacoli. Le dissi: «Abbiamo sentito tanti inni, ma non ancora l’inno italiano...». Vinse clamorosamente e grazie a lei ascoltammo la Marcia Reale all’Olympiastadion, uno stadio meraviglioso. Era la prima volta che una donna italiana conquistava una medaglia d’oro olimpica.L’organizzazione tedesca era perfetta. Avevo studiato il tedesco, amavo la loro cultura, anche se ovviamente non i nazisti di cui ancora si capiva poco. Eravamo prima dell’Anschlüss. Pensavamo che non avrebbero scatenato la guerra. Marida Recchi, 102 anni (Aldo Cazzullo). Corsera.

C’è un sogno ricorrente, che faccio da svariati decenni. Sogno di cadere da una montagna. Ma un tempo sognavo di precipitare da un cucuzzolo delle Ande e non facevo tempo a sfracellarmi sul manto boscoso perché mi risvegliavo in un bagno di sudore. Invece oggi cado, rimbalzo per poi discendere gioiosamente attraverso i ghiaioni. Altan (Simonetta Fiori). la Repubblica.

I barbari di Netflix hanno espugnato Hollywood, scritturano Cuarón e Scorsese (pare che il budget di The Irishman sia lievitato da 125 a 140 milioni solo per il ringiovanimento digitale di De Niro e Pacino), tengono i film in sala pochi giorni e poi dirottano tutti sul web, il loro incontrastato terreno di caccia. E fanno il pieno di candidature ai premi, come da ultimo con Storia di un matrimonio dei cui mega-manifesti è tappezzata Los Angeles. Riccardo Staglianò. il venerdì.

La piramide egizia di Gizeh è una montagna artificiale. Di 6 milioni e mezzo di tonnellate. Blocchi di 12 tonnellate l’uno sono sistemati con estrema precisione. L’idea più semplice è la più frequentemente accettata. Il faraone avrebbe avuto a disposizione una colossale manodopera. Resterebbe di spiegare come fu risolto il problema dell’accoglienza e della gestione di quelle folle immense. E le ragioni di una così folle impresa. Louis Pauwels e Jacques Bergier. Il mattino dei maghi. Mondadori, 1960.

Già, non sembrano relazioni fra le più agevoli, quelle fra il buon curato e la sprezzante baronessa, a bordo di una «fa-vo-lo-sa!» Isotta Fraschini, per le campagne: lei appare sempre impeccabile e inattaccabile, pressoché insondabile ed imprendibile, ma il mite vegliardo la scruta preoccupato e canuto, con ansietà non dissimulata e gran sopraccigli su e giù, «per scacciare chissà quali molesti pensieri», come si vedeva fare nelle migliori filodrammatiche venete. Alberto Arbasino, Specchio delle mie brame. Adelphi, 1995.

Oggi De Amicis è di moda perché era e si professava socialista, ben più esplicitamente di Garibaldi che è stato arruolato nel Partito socialista benché in politica fosse semplicemente repubblicano e, per il resto, un gran confusionario. Guglielmo Zucconi, La divisa da Balilla. Edizioni Palline, 1987.

91/2 – GIOVANNI FERRERO. Un anno fa la Barilla ha osato sfidare la sua Nutella lanciando sul mercato la crema spalmabile Pan di stelle. Il capo del colosso di Alba risponde adesso con i Nutella biscuits, entrando in diretta concorrenza con il Mulino Bianco, detentore del 37% nel mercato dei biscotti. Barilla si lecca le ferite. Che guaio quando uno che non è offelée fa el to mesté. Stefano Lorenzetto. Arbiter.

Le nuovissime generazioni cresceranno con le tecnologie come dato acquisito, le useranno bene. Torneranno alla chiacchiera. Ai bambini, poi, bisogna fare annusare il profumo dei libri, è un profumo che il tablet non ti può dare. Andrea Vitali, romanziere (Luca Pavanel). il Giornale.

Laura Boldrini: la littorina rossa. Roberto Gervaso. il Giornale.