Corriere della Sera, 26 febbraio 2020
Il viaggio dell’orca dall’Islanda al Libano
Le orche arrivate dall’Islanda che da fine novembre avevano stazionato per alcune settimane a Genova, e poi il 27 dicembre erano state avvistate in mare al largo di Messina, sono arrivate davanti alle coste del Libano. Almeno un esemplare, identificato con la sigla «SN113» e battezzato Riptide, è stato riconosciuto dalle tipiche macchie bianche accanto al capo e dalle caratteristiche della pinna dorsale, dal centro islandese Orca Guardians.
Arrivando in Libano, Riptide ha battuto il record del più lungo percorso compiuto da un’orca: 8 mila chilometri dalla penisola di Snæfellsnes in Islanda occidentale (dove fu avvistata l’ultima volta nel giugno 2018) al Medio Oriente. L’avvistamento in Libano di Riptide è avvenuto il 19 e il 20 febbraio, ed è il primo caso in assoluto in quel tratto di Mediterraneo. Mentre per l’Italia – per quanto i precedenti siano rari – non si trattava della prima volta.
Marie-Thérèse Mrusczok, alla guida degli esperti islandesi, ha detto di essere preoccupata per lo stato di salute di Riptide. Dalle foto scattate appare infatti dimagrito ed emaciato e si trova da solo, senza le femmine del gruppo che era comparso davanti ai porti di Voltri e di Pra’ e poi era stato visto a Portofino.
In Liguria si era presentata una famiglia (pod, nel linguaggio tecnico degli etologi marini) composta da un maschio (Riptide) e due femmine adulte (Aquamarin e Dropi), un cucciolo e un esemplare (SN114) di cui non era stato possibile determinare il sesso. Il cucciolo è morto il 3 dicembre e la madre aveva tentato di spingerlo per quattro giorni in superficie per farlo respirare ma senza successo.
«È un atteggiamento tipico delle orche e anche di alcune specie di delfino», aveva detto Maddalena Jahoda, responsabile della comunicazione dell’Istituto Tethys. Presso Messina però erano stati visti solo tre esemplari, Dropi non era stata avvistata. Ora in Libano è comparso sono Riptide. Non si conosce la sorte delle altre due orche.