Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2020  febbraio 25 Martedì calendario

Record di streaming per le sfilate

«La moda è l’industria più duttile che esista. Ogni sei mesi deve cambiare lungo tutta la filiera. Anzi, nell’era digitale possiamo dire che deve reinventarsi ogni giorno. Non esiste quindi altra industria che possa reagire rapidamente e allo stesso tempo razionalmente a crisi come il coronavirus». Lavinia Biagiotti spiega così la decisione presa domenica mattina di tenere una sfilata a porte chiuse e di trasmetterla live in streaming. 
Mancavano poche ore all’apertura delle porte del Piccolo Teatro Studio, dove da oltre dieci anni si tengono le sfilate del marchio Laura Biagiotti e ne erano passate poche dall’analoga decisione di Giorgio Armani. «Non è stata una reazione emotiva né tantomeno dettata dalla paura. È stato un atto di rispetto e responsabilità in un mento in cui le informazioni sui reali pericoli erano tante, forse troppe – aggiunge Lavinia, che guida l’azienda fondata dalla madre Laura, scomparsa nel 2018 –. Le paure sono legittime, ho sentito che fosse un dovere tutelare tutti. Ma non ho avuto dubbi sulla sfilata: l’avremmo allestita esattamente come se il teatro fosse statopieno. È stata un’esperienza entusiasmante».
Ogni maison filma da sempre gli show e da qualche anno esiste lo streaming live. Per Laura Biagiotti è stata una prima volta, con numeri sorprendenti: «I contatti all’inizio dello show sono stati circa 100mila, è come se fossimo passati da una performance in teatro a un evento da stadio», sottolinea Lavinia Biagiotti.
Anche i numeri virtuali dello show a porte chiuse di Giorgio Armani sono altissimi: un milione di interazioni sul sito ufficiale e sui social ufficiali.
Ad annunciare il ricorso al digitale come alternativa alla presenza fisica era stato Carlo Capasa, presidente della Camera della moda, il 4 febbraio, spiegando che i giovani stilisti cinesi che avrebbero dovuto essere ospiti del Fashion Hub avrebbero fatto presentazioni in streaming e che ogni contatto con buyer e operatori assenti causa coronavirus (circa mille) avrebbe avuto luogo grazie a internet. Il risultato? Le 29 sfilate trasmesse su Tencent sono state seguite da più di 16 milioni di cinesi. Nessuno pensa – né gli stilisti né Capasa – che l’esperienza digitale possa sostituire quella dal vivo. Perché le sfilate sono spettacoli teatrali e musicali in miniatura e non c’è alta definizione che tenga. Ma l’esperienza milanese – per tornare all’idea di Lavinia Biagiotti – dimostra che la creatività della moda si applica pure alla tecnologia. O meglio, all’osmosi che si può trovare tra mondo digitale e reale. A proposito di osmosi creativa, questa fashion week verrà ricordata anche per l’arrivo di Raf Simons come co-direttore creativo di Prada. Il suo immaginario affiancherà quello di Miuccia Prada, una scelta coraggiosa, che non ha precedenti e che avrà il suo primo “reality check” con la sfilate donna di settembre.