la Repubblica, 25 febbraio 2020
Il Raffaello dei record alle Scuderie del Quirinale
Il vero capolavoro di Raffaello è il miracolo non riuscito a Leonardo. Vale a dire mettere d’accordo la macchina della gestione dell’arte italiana per onorare degnamente un cinquecentenario. Lo scorso anno, il genio di Vinci (1452-1519) fu costretto ad accontentarsi di tanti eventi medi e piccoli lungo il Paese e di una sola vera celebrazione: al Louvre di Parigi, però. Il pittore giovane per sempre – morto a 37 anni il 6 aprile 1520 – avrà invece la sua mostra nazionale a Roma. Raffaello 1520-1483 alle Scuderie del Quirinale (dal 5 marzo al 2 giugno) è già record: 204 opere (120, tra dipinti e disegni, sono del maestro) in arrivo da 54 istituzioni, 2 milioni e 700 mila euro il costo complessivo dell’operazione, 3 miliardi il valore delle assicurazioni, oltre 500 le pagine del catalogo (Skira). In 70 mila hanno già prenotato i biglietti.
«La mostra nasce da un’organica, serrata, inesorabile collaborazione scientifica con la Galleria degli Uffizi – dice il presidente di Ales-Scuderie del Quirinale Mario De Simoni –. Abbiamo fatto sistema anche con il Colosseo e con la Galleria Borghese, che ha partecipato ai prestiti e ha rinunciato a fare la sua mostra su Raffaello. E siglato accordi con i Musei Vaticani e il Louvre. Sarà un’immersione totale nel mondo raffaellesco: il visitatore ne uscirà beato negli occhi, ma anche con un accrescimento cognitivo».
Come garante della pace scoppiata nel nome di Raffaello, ieri, nella sede del ministero dei Beni culturali, c’era anche il direttore degli Uffizi Eike Schmidt: «Tre anni fa ci siamo incontrati e abbiamo deciso di collaborare inviando più opere del solito – ha precisato –. Questa mostra va ben oltre tutte quelle fatte finora su Raffaello. E idealmente continua a Firenze: chi visiterà le Scuderie avrà diritto al 33 per cento di sconto sul biglietto degli Uffizi, dove, dallo scorso anno, è allestita la nuova sala dedicata al pittore».
Il percorso espositivo curato da Marzia Faietti e Matteo Lanfranconi, come suggerisce lo stesso sottotitolo ( 1520-1483), procederà a ritroso. Si parte dalla morte improvvisa dell’artista, vissuta a Roma come un evento tragico, e messa in scena alle Scuderie con la riproduzione in scala 1:1 della tomba del Pantheon realizzata da Factum Foundation. Fresco di restauro, dall’Opificio delle Pietre Dure arriva il Ritratto di Leone X; Firenze invia anche il San Giovanni Battista, La Velata, la Madonna dell’Impannata, la Madonna del Granduca e l’Autoritratto, più una serie di disegni. Dalla National Gallery di Londra sono stati spediti il Ritratto di Giulio II e Il sogno del cavaliere; il Louvre garantisce due dipinti fondamentali come il Baldassarre Castiglione e l’Autoritratto con amico.
Insieme a questi vanno citati almeno altri tre quadri che tornano in Italia per la prima volta: la Madonna d’Alba della National Gallery di Washington, la Madonna Tempi dell’Alte Pinakothek di Monaco di Baviera e la Madonna della Rosa del Prado.
A testimoniare della modernità di Raffaello ci sarà anche la lettera (dall’Archivio di Stato di Mantova) scritta con Baldassarre Castiglione e indirizzata al papa Leone X. Tema: la conservazione dei monumenti e la classificazione storica degli edifici romani. Quelle idee lasciate su carta dall’artista poco prima di morire gettano già le basi dell’articolo 9 della Costituzione italiana. E rappresentano il testamento di un umanista consapevole che il futuro si possa progettare solo mettendo in salvo l’insegnamento del passato.