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 2020  febbraio 23 Domenica calendario

La scommessa dietro alla corsa ai fondi bond

Quanto durerà l’emergenza Coronavirus? Per quando ancora la colossale macchina manifatturiera cinese procederà a velocità ridotta? Quale impatto ci sarà sull’economia globale? Queste e altre domande assillano gli investitori in queste settimane. Nessuno ovviamente conosce la risposta ma tra gli investitori una certezza si fa sempre più strada: se ci sarà una frenata del Pil globale le banche centrali non potranno restare indifferenti. Ed è alla luce della scommessa sugli stimoli monetari che va letto il netto calo dei rendimenti del mercato obbligazionario. Un crollo dei tassi che è andato di pari passo con un boom di domanda per i fondi obbligazionari. 
Nell’ultima settimana – segnala Bank of America – questa categoria di fondi ha raccolto oltre 18 miliardi di dollari di sottoscrizioni nette. Si tratta del quarto maggior dato settimanale di tutti i tempi. Da inizio anno i fondi obbligazionari hanno raccolto quasi 130 miliardi netti. Di questo passo il 2020 potrebbe chiudersi con un saldo di 966 miliardi di dollari. Numero che farebbe impallidire persino i dati record dello scorso anno quando i fondi obbligazionari raccolsero 481 miliardi di dollari netti. 
Rispetto al 2019 tuttavia una differenza balza all’occhio: l’anno scorso infatti a fronte di un boom di sottoscrizioni per i fondi bond c’era stato un boom di deflussi dai fondi azionari, quest’anno il copione sembra diverso. Nonostante le prospettive di crescita dell’economia mondiale siano state fortemente compromesse in seguito al diffondersi del virus il mercato azionario mondiale sembra aver retto il colpo: l’indice Msci World risulta in rialzo dell’1,88% da inizio anno. Una performance che è corrisposta, in termini di flussi di liquidità, a un aumento delle sottoscrizioni per i fondi equity di oltre 53 miliardi netti di dollari. Gli investitori – spiegano gli analisti di BofA – sono chiaramente orientati nel prezzare una brutta notizia (il rallentamento dell’economia per effetto del Coronavirus) come una buona notizia (nuova liquidità in arrivo dalle banche centrali). Il castello di carte si regge tutto sul presupposto che la politica del denaro facile sia destinata a durare ancora a lungo. Perché questo trend trovi conferma l’inflazione dovrà restare bassa. C’è tuttavia chi fa notare che tra gli effetti collaterali dell’epidemia ci potrebbe essere quello di una risalita dell’inflazione. I numeri registrati in Cina (+5,4% l’indice dei prezzi al consumo in gennaio) sono un segnale da non sottovalutare. Per alcuni economisti il fenomeno è destinato a rientrare una volta che la produzione ritornerà a pieno regime. Sul quando questo accadrà tuttavia non c’è ancora certezza.