la Repubblica, 23 febbraio 2020
Croazia, rischia il carcere per aver storpiato l’inno
Rischiare un anno di carcere per aver storpiato l’inno nazionale. È quanto potrebbe succedere alla cantante Josipa Lisac, 70 anni, icona della musica croata, che martedì al Pantovcak (la residenza presidenziale) a Zagabria, ha eseguito in modo non “appropriato" La nostra bella Patria ( Lijepa nasa domovino ) durante la cerimonia di insediamento del nuovo Capo dello Stato, il socialdemocratico Zoran Milanovic.
L’interpretazione della Lisac non è piaciuta a molti e sul web sono arrivati subito i commenti di protesta: «È una caricatura», «Solo le parole ci ricordano l’inno, per il resto si è trattato di un ululato», «È stato massacrato», alcune delle reazioni su Twitter di chi in quel momento stava guardando in diretta tv la cerimonia. A mettere nei guai la cantante, una stella nell’ex scena rock jugoslava, è stato un avvocato, tale Bosko Zupanovic, che non ha esitato dopo la performance a suo dire scadente dell’artista a presentare una denuncia alla procura di Zagabria. Secondo Zupanovic, la Lisac ha voluto ridicolizzare il Paese, cantando in modo «socialmente non accettabile». Per la legge croata (articolo 349 del codice penale) mancare di rispetto all’inno nazionale può essere punito con la reclusione fino a un anno.