La Stampa, 22 febbraio 2020
Al Pacino parla dell’ex fidanzata
In tv, su Amazon Prime Video, Al Pacino proprio in questi giorni è il cacciatore di nazisti in Hunters, una nuova serie ambientata nell’America degli Anni 70: i nazisti non sono scomparsi e non sono rifugiati nei villaggi delle Ande. Sono a Washington, nei palazzi del potere. Sono a New York e in California, e conducono vite all’apparenza normali. Hanno pure una Fuhrer, Lena Holin pronta a proclamare l’avvento del Quarto Reich. E Al Pacino è pronto a tutto per sconfiggerla. Nella realtà, l’attore sta per compiere 80 anni e viene dalla fine della relazione con l’attrice israeliana Meital Dohan che ha chiuso con parole non proprio lusinghiere nei suoi confronti….
Cosa è successo Pacino con la sa ex fidanzata?
«Non lo so, per fortuna non ho letto le sue dichiarazioni, mi sono state risparmiate. Di solito le mie relazioni durano a lungo, e quando invecchi parli di periodi molto lunghi, ma qui è stato impossibile continuare insieme. Basta così, di solito non parlo di queste cose. Lo sanno tutti, non parlo neanche di politica. Semplicemente sono cose personali, non mi interessa parlarne a tutto il mondo».
Niente amore e niente politica?
«Non c’è bisogno di parlare tanto: qualsiasi persona attenta può capire i miei sentimenti osservando il mio lavoro. Mi piace l’espressione di Joe Louis, il grande campione dei pesi massimi degli Anni 30: "Parlo sul ring". Quando Picasso dipinse Guernica lo stesso: quello era il suo modo di parlare, la sua Arte».
Lei tra due mesi compie 80 anni….
«Grazie per avermelo ricordato! È solo un numero, tutto dipende da dove ti porta la tua vita, da come ti comporti specialmente quando hai a che fare anche con la fama, una cosa a cui ti devi adeguare. Ricordo che negli Anni 70 il grande Lee Strasberg, una volta in cui mi sentivo un po’ fuori dalla mia pelle, mi disse: tesoro, devi semplicemente adattarti. E’ semplice, si tratta di adattarsi alle cose che accadono»
Il peso degli anni lo sente?
«Ho notato una differenza a metà dei miei 70 anni, è lì che le cose sono un po’ cambiate. Per le altre persone succede a metà dei 50 o dei 60 . Per me, a metà degli anni ’70 le cose hanno iniziato a cambiare un po ’: il modo in cui percepisco le cose, il modo in cui le guardo. Comunque mi piace dove sono ora, come penso alle cose. Vorrei avere avuto questa prospettiva prima, 20 anni fa. Gli 80? So che ci faranno sopra storie, non i media ma la mia gente, i miei amici. Va bene, spero che si divertano. Ma io non mi sento vecchio, non so come mi sento. Certo, sino a che ho appetito intendo continuare a lavorare».