la Repubblica, 21 febbraio 2020
Il cemento 4.0 per progettare gli edifici in 3D
È il cemento del futuro. Garantisce velocità di realizzazione, flessibilità e sostenibilità economica e ambientale per la progettazione di edifici con le stampanti 3D. Un’assoluta novità nel mondo dell’edilizia che arriva dalla società Italcementi di Bergamo. E che in questi giorni è protagonista alla Bautec di Berlino, la manifestazione internazionale dedicata al settore delle costruzioni.Il futuro inizia dal passato. La prima cottura del cemento nel forno di Scanzo, storica sede bergamasca di Italcementi, è avvenuta l’8 febbraio del 1864. Ora, 156 anni dopo, ecco la rivoluzione tecnologica del 3D printing applicato al comparto cementizio. Sinora la tecnica della stampa tridimensionale è stata applicata a materiali come polimeri, metallo e argilla. Consiste nel depositare strati successivi di materiale sotto controllo computerizzato per realizzare un modello progettato da uno specifico software 3D.
Italcementi, nel 2015, ha cominciato a studiare la tecnologia di stampa 3D nel settore del cemento nei laboratori di ricerca e innovazione di Bergamo. Il risultato è sotto gli occhi dei visitatori della fiera che si concluderà oggi nella capitale della Germania. Lì dove l’azienda italiana, insieme con Pieri, uno dei maggiori produttori mondiali di casseformi e ponteggi, ha realizzato ogni giorno una stanza di 16 metri quadrati a dimostrazione delle potenzialità della nuova soluzione.
«Italcementi, grazie alla profonda conoscenza del cemento e all’attività di ricerca, è in grado di offrire ai progettisti un prodotto di qualità per costruire le case utilizzando le grandi stampanti 3D», ha spiegato il direttore Innovazione dell’azienda, Enrico Borgarello. «È una soluzione che si sposa con le nuove tecnologie del costruire, basata sulla combinazione dei tradizionali materiali per le costruzioni, come il cemento, con le nuove frontiere aperte dalla tecnologia digitale».
Il formulato cementizio sviluppato da Italcementi, adattabile per le diverse tecnologie di stampa, ha le caratteristiche necessarie per essere miscelato, trasportato con una pompa da cantiere e posato da una macchina di stampa. Il primo e i successivi strati depositati, autosostenendosi durante il processo di stampa, vengono posizionati uno sopra l’altro. La cosiddetta stampa additiva.
«I laboratori di ricerca di Italcementi, che hanno sviluppato il know-how e le competenze tecniche, sono dotati delle attrezzature e di una stampante che permette di realizzare elementi in scala reale, con le quali si sono condotti e si conducono studi sulla tecnologia, il processo e le formulazioni cementizie adatte per la stampa 3D a estrusione», si legge sul sito dell’azienda bergamasca. «Nel corso della ricerca si sono unite nel team di lavoro figure professionali diverse: ingegneri, chimici dei materiali, architetti, tecnici e ricercatori di laboratorio per un totale di circa 15 persone per oltre 15 mila ore di ricerca».
«L’utilizzo della stampa 3D», si legge ancora sul portale, «porta verso una nuova cultura del costruire sostenibile, un sistema di progettazione e realizzazione basato sulle tecnologie digitali che coinvolge gli studi di architettura e di progettazione, le imprese di costruzioni, le maestranze, i centri di ricerca e le università».