Libero, 21 febbraio 2020
L’artista che fa sculture di polvere e ragnatele
Ci sono tre gigantesche sfere specchianti sospese nel cortile di Palazzo Strozzi. È Thermodynamic Constellation (Costellazione termodinamica) l’opera creata dall’artista argentino Tomás Saraceno appositamente per il bellissimo edificio rinascimentale di Firenze. Quelle sfere, che altro non sono che mongolfiere capaci di volare grazie alla sola energia solare, ti costringono a guardarti dritto negli occhi: sembra davvero che lo sguardo, ovunque si volga, torni sempre fisso su quelle superfici luminose e riflettenti. Ma soprattutto permettono di osservarti nel contesto più ampio del mondo. Quello che solitamente non vedi, perché ti sta alle spalle, d’improvviso si rivela alla vista. Esattamente come fa Tomás Saraceno con i suoi lavori immersivi allestiti a Palazzo Strozzi per la mostra Aria che apre domani al pubblico. Lavori che hanno continui rimandi agli scritti di Italo Calvino e invitano a cambiare punto di vista sulla realtà e a entrare in connessione con fenomeni ed elementi non umani come polvere, ragni e piante che diventano protagonisti delle sue installazioni e metafore della nostra percezione del cosmo.
I TAROCCHI
L’esposizione, curata da Arturo Galasino, si snoda intorno alla serie delle Arachnomancy Cards (Carte da Aracnomanzia), trentatré carte pensate dall’artista per suggerire i legami tra tutto ciò che esiste in natura, vivente e non vivente. Nove di questi “tarocchi” – oracoli contemporanei messaggeri tra mondi percettivi nonché strumenti di meditazione – sono stati associati agli ambienti di Palazzo Strozzi così che il visitatore possa riflettere su quello che vede e che sente. Ecco allora la carta numero 15 che annuncia Connectome: strutture irregolari che ricordano le forme poliedriche di Weaire-Phelan di schiuma e bolle di sapone che danno vita a un’atmosfera costellata di complessi sistemi geometrici. O la carta numero 9 associata a Sounding the air: dalla luce si passa in una sala completamente buia dove cinque fili di seta prodotti da un ragno oscillano e “suonano” nell’aria. L’installazione è a tutti gli effetti un’opera collettiva: il calore dei corpi umani, le folate e i tremori creati dal passaggio e dal respiro dei visitatori, ma anche le infinite interazioni di polvere, vento, forze elettrostatiche trasformano i ritmi di quei fili fluttuanti così che l’installazione non sia mai la stessa. Al pari della ragnatela che un ragno autoctono, la Nephila inaurata, crea durante la mostra. Del resto proprio attorno agli aracnidi si basa gran parte della ricerca di Tomás Saraceno. Per l’artista le loro case di seta sono opere d’arte in sé, da esporre come fossero sculture e metafore dell’intero universo. Le ragnatele, infatti, sono un’estensione dei sensi dei ragni – diventano le loro orecchie, i loro occhi, le loro bocche – attraverso le quali inviano e ricevono vibrazioni e forse perfino i pensieri: insomma, li collegano con il mondo e con i mondi che ancora non conosciamo. In mostra ci sono una decina di queste incredibili creazioni della natura che seducono e spingono a guardare a questi piccoli esseri viventi da un’altra prospettiva avendo in mente il dubbio di Saraceno: «I ragni vivono nella mia casa o sono io che vivo nella casa dei ragni?» che equivale a interrogarsi sul nostro infinitamente piccolo ruolo nell’universo. Non solo: queste ragnatele, schiacciate su un supporto cartaceo, realizzano nuove e strane mappe di città invisibili di calviniana memoria.
ITALO CALVINO
È proprio Italo Calvino a ispirare la poetica di Saraceno. Come non pensare all’autore di Le Città Invisibili davanti ai “nidi ragno” o alle Aerografie dove ci sono penne appese a mini mongolfiere che tracciano su dei fogli le traiettorie dell’aria? L’installazione somiglia al sobborgo di una metropoli immaginaria dove una formazione di sfere scriventi, galleggiano nell’atmosfera per spargere inchiostro realizzato con particelle di carbone proveniente dall’inquinamento di Mumbai. Le sfere incidono lettere di un nuovo alfabeto composto da caratteri ancora indecifrabili di una lingua universale che verrà utilizzata durante l’Aerocene – un’era geologica che verrà – in cui Saraceno immagina l’uomo finalmente capace di vivere e viaggiare galleggiando nell’atmosfera. D’altra parte, come sosteneva il matematico e fisico Evangelista Torricelli (1608-1647) nuotiamo in un oceano di aria. La mostra si può visitare fino al 19 luglio. Catalogo Marsilio.