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 2020  febbraio 19 Mercoledì calendario

Dopo la Brexit, Johnson divorzia anche dalla seconda moglie

Piacere BoJo, professione divorzi. Non bastasse la Brexit, smaltita in modo fulmineo rispetto alle sabbie mobili dove agonizzava il governo della May, le separazioni – più o meno consensuali – si confermano un tratto ricorrente della biografia del primo ministro inglese. A due anni dall’annuncio, si traduce in legge lo scioglimento delle nozze, 25 anni e quattro figli dopo (due femmine e due maschi), con Marina Wheeler. I legali della coppia hanno raggiunto un accordo davanti alla giudice londinese Sarah Gibbons, che ha secretato i dettagli finanziari. l’infedele Provaci ancora, Boris. Quello con la Wheeler non era il primo sposalizio del leader dei Conservatori, bensì il secondo. Si erano conosciuti fra i banchi, esclusivi, della European School di Bruxelles, dove lui scriverà fiammeggianti (e fantasiose) corrispondenze per il Telegraph. I nomi della loro prole riecheggiano gli studi classici del padre: Lara Lettice, Milo Arthur, Cassia Peaches e Theodore Apollo. «Come amici, continueremo a supportarli negli anni a venire», hanno promesso i genitori. S’erano maritati nel 1993, appena due settimane dopo il distacco dalla più antica coniuge (1987), Allegra Mostyn-Owen. A sgretolare l’amore, in entrambi i casi, l’infedeltà dell’uomo. Un quadretto familiare, insomma. Nella turbolenta vita privata va incluso un quinto pargolo, nato nel 2009 dalla consulente d’arte Helen MacIntyre, ça va sans dire, fuori dal matrimonio. Oltre a collezionare ex-mogli, il fedifrago vanta una moltitudine di amanti. Leggendaria una sparata: «Ne ho avute così tante che potrei non masturbarmi per i prossimi vent’anni». Per citarne una, nel 2004 Johnson venne silurato come ministro-ombra quando vennero alla luce gli intrallazzi con Petronella Wyatt, sua giornalista allo Spectator. Promesse, disattese, di abbandonare casa per lei, un aborto e una gravidanza interrotta: ci mancò poco che lo scandalo gli troncasse la carriera. La musica è cambiata? Il cuore di Boris, oggi, appartiene a Carrie Symonds, che gli ha ridisegnato l’immagine e aggiustato la zazzera. Escono dal 2019, ma il primo incontro risale al 2012, durante la campagna per la rielezione di Johnson a sindaco di Londra. Qualche sospetto affiora nel marzo del 2018, perché lui viene avvistato al trentesimo compleanno – «una festa innaffiata dall’alcol», così il Telegraph – della Symonds, nel frattempo volata dall’ufficio stampa al vertice della comunicazione del Partito Conservatore. Il dettaglio sulle candeline rivela come fra i due corra una differenza d’età di oltre trenta primavere, 55 a 31. Da quando BoJo è premier, con conseguente trasloco, sono la prima coppia non sposata della storia a risiedere al numero 10 di Downing Street. In assenza (finora) di eredi, hanno adottato Dilyn, un Jack-Russell. il litigiO Chissà se lo sciupafemmine (malgrado il look trasandato e le movenze da orango) metterà la testa a posto. I tabloid britannici, senza più Meghan fra le fauci, già speculano: adesso sposerà Carrie? La fede farebbe della giovane spin doctor la terza delle consorti. Interpellato dai reporter, un anno fa Boris aveva frenato: «Domanda un tantino prematura». Chiuso il litigio fra avvocati con la Wheeler, lo spartito potrebbe virare sulla marcia nuziale. Mentre prosegue la luna di miele con la nazione, è legittimo chiedersi se non riemergerà il lato da sfasciafamiglie, all’indomani dell’altare. A rannuvolare l’idillio, lo scorso giugno, una sfuriata finita sui giornali. Un vicino di casa della coppia, a Camberwell (sud della capitale), ha chiamato preoccupato la polizia. Al Guardian ha spifferato d’aver sentito gridare la Symonds. «Lasciami stare» e «Vattene dal mio appartamento», rumore di qualcosa in frantumi. Gli agenti erano intervenuti senza riscontrare problemi, ma le registrazioni trapelate sui media inquadrano una causa banale per l’alterco: Boris aveva rovinato un divano con del vino rosso. «Non hai cura di niente perché sei un viziato», la furia della partner. Premesse poco incoraggianti.