La Stampa, 18 febbraio 2020
Il primo farmaco progettato dagli algoritmi
L’Intelligenza Artificiale è pronta per entrare con un ruolo da protagonista nella progettazione e nello sviluppo dei farmaci, con precisione e tempi ultra-rapidi rispetto a quelli di oggi: è la promessa che arriva da un record mondiale, il primo farmaco creato in toto dall’IA e in meno di un anno.
Ora è entrato in sperimentazione di fase I (con l’obiettivo di testarne sicurezza e tollerabilità) su pazienti con disturbo ossessivo compulsivo, una condizione che in Italia colpisce 800 mila persone. La molecola - Dsp-181 - è frutto del lavoro della start-up britannica Exscientia e dall’azienda farmaceutica nipponica Sumitomo Dainippon Pharma. È stata creata dalla piattaforma di Intelligenza Artificiale «Centaur Chemist», sviluppata dall’azienda britannica, che oggi con la stessa piattaforma lavora ad altre potenziali terapie.
Questa «prima» potrebbe segnare una rivoluzione. «Oggi, perché una nuova molecola approdi a un trial clinico, occorrono tra cinque e sette anni, mentre l’IA ha impiegato meno di 12 mesi per il nostro farmaco», ha spiegato il direttore di Exscienta, Andrew Hopkins. «Riteniamo che entro la fine di questa decade tutte le nuove terapie farmacologiche potrebbero essere create così».
Dsp-1181 è stata inventata, ottimizzata e «formulata» (ovvero trasformata in pasticche o gocce) dagli algoritmi: questi l’hanno scelta tra una miriade di composti presenti in ampi database, incrociando una vasta mole di dati sperimentali. Dopodiché «Centaur Chemist» ha ottimizzato la struttura della molecola per massimizzarne il potenziale terapeutico e, infine, ha progettato la forma farmaceutica più adatta per somministrarla, in modo da disporre in tempi rapidi tutti i test preclinici (in vitro e su animali) per avviarla alle sperimentazioni sui primi pazienti.
Dsp-1181 è una molecola potenzialmente promettente, perché ha un’azione a lunga durata e agisce legandosi con altissima affinità al recettore per la serotonina, vale a dire la molecola neurale del «buon umore», implicata in diversi disturbi mentali tra cui la depressione. «Questo è in assoluto il primo utilizzo diretto dell’IA nella creazione di un farmaco», ha ribadito Hopkins, rivelando che l’azienda sta lavorando allo sviluppo di nuove terapie oncologiche e cardiovascolari e che entro fine anno darà avvio a una sperimentazione clinica per un’altra molecola.
La bellezza degli algoritmi - sottolinea Hopkins - è che possono essere applicati praticamente a qualunque malattia. «Siamo entusiasti dei risultati della ricerca - ha commentato Toru Kimura, direttore dela ricerca dell’azienda nipponica -: questa ha portato allo sviluppo di potenziali molecole in un tempo eccezionalmente breve. Il tutto grazie alle tecnologie per la scoperta di farmaci della Exscientia che si combinano con la nostra esperienza nel settore della salute mentale».