La Stampa, 18 febbraio 2020
Non piove da due mesi, emergenza agricoltura
Giovedì scorso una processione ha sfilato per le vie di Gibellina (Trapani) dopo che il parroco ha chiesto «l’intervento dell’Altissimo per il dono della pioggia». Si è arrivati a tanto, nella Valle del Belice, per combattere la siccità. Ma l’intercessione divina, per il momento, non darà grandi frutti. Tra domani e giovedì è prevista una lieve precipitazione nel Centro-Sud: sarà passeggera e non aiuterà i campi ormai aridi, dove alcuni semi non riescono nemmeno a germinare. Gennaio 2020 è stato il più caldo nella storia della Sicilia. Si tratta solo di una tessera dell’emergenza che attraversa tutta la Penisola. Le dighe della Basilicata hanno registrato i livelli d’acqua più bassi degli ultimi 30 anni. In Sardegna il caldo record ha fatto segnare 27 gradi: temperature mai raggiunte sull’isola a febbraio. E gli incendi sono divampati con estrema facilità.
Mai così male dal 1878
La situazione più critica riguarda il Nord Ovest, sconvolto da un inverno straordinariamente secco. A Torino e provincia non piove da 60 giorni esatti. Il 3 febbraio il foehn ha spinto le temperature fino a 27 gradi. Per trovare un bimestre gennaio-febbraio così secco bisogna tornare al 1878. «Le correnti Nord-Occidentali e l’alta pressione frenano le precipitazioni, che non oltrepassano le Alpi», spiega Simone Abelli, meteorologo di Meteoexpert. Anche a Genova e Milano, a eccezione di rovesci di scarsa intensità, sono trascorsi quasi 40 giorni senza aprire l’ombrello.
Il dato sul deficit di precipitazioni è allarmante: ha raggiunto il 75% a metà febbraio. Tradotto: mancano i tre quarti delle piogge che di solito cadono in questa stagione. «La situazione era già grave nel 2019 - dice Abelli - ma negli ultimi giorni si è acuita ulteriormente rispetto allo scorso anno».
I livelli dei fiumi
Per fotografare la crisi idrica in atto basta guardare ai fiumi Secchia e Savio. La loro portata è drasticamente ridotta. In questa stagione nel Secchia dovrebbero scorrere 20 metri cubi di acqua al secondo; l’ultima rilevazione arriva poco sopra il 2.8, dieci volte di meno. Va peggio al Savio: la media storica è di 24 metri cubi al secondo, ma la realtà è lontana anni luce: in questi giorni siamo fermi a 2.11.
La situazione attuale è anche il prodotto delle scarse nevicate di un inverno bollente. «La neve è la grande assente di questi ultimi anni - spiega Massimo Gargano, direttore generale dell’Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni (Anbi) - Quando in primavera si scioglie, insieme al ghiaccio accumulato, alimenta i fiumi e le falde. Costituisce la vera batteria idrica del nostro Paese. Ma anche quest’anno ne è caduta poca e si è sciolta troppo in fretta».
Le temperature anomale (1,65 gradi sopra la media storica) aggravano la situazione. A poche settimane dall’inizio dell’irrigazione è scattato l’allarme per l’agricoltura. Le campagne sono sconvolte da un caldo fuori stagione che altera i normali cicli stagionali. Le colture sono in anticipo e si rendono necessari irrigazioni extra non previste. Il tutto in una situazione dove molti invasi sono a secco ed è quindi impossibile ricorrere a irrigazioni di soccorso. Un esempio: la diga di Occhito, vero serbatoio della Puglia, si trova in forte deficit idrico. In condizioni normali la sua capacità è di 247 milioni di metri cubi d’acqua: nel 2019 era scesa a 204 e in questi giorni non arriva a 110, meno della metà.
Il clima anomalo
Proprio nella zona della Capitanata (provincia di Foggia) non piove da più di 50 giorni: il grano è nato ma non si sta sviluppando. «La natura è in tilt - ha sottolineato Coldiretti - e le piante sono state ingannate da una finta primavera, dopo un mese di gennaio estremamente mite». Una ulteriore anomalia, dopo un 2019 che è stato in Italia il quarto anno più caldo dal 1800.
E dal meteo non arrivano buone notizie, almeno nel medio periodo. Per i prossimi sette giorni non sono previste piogge in grado di alleviare la crisi idrica. «Ma la situazione attuale non è irreversibile - avverte Abelli - Anche lo scorso anno di questo periodo c’era una grave carenza di piogge. Ma le precipitazioni eccezionali di maggio, accompagnate da temperature particolarmente basse, hanno ristabilito l’equilibrio. Tanto che l’anno si è chiuso in attivo».