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 2020  febbraio 18 Martedì calendario

La prima palombara della Marina italiana

 Che l’acqua sarebbe stata il suo destino lo si era capito quando aveva appena 5 anni e imparava a galleggiare in piscina. Oggi il Comune di seconda classe Chiara Giamundo di anni ne ha 23 ed ha scritto un pezzo di storia. È lei la prima donna palombara della Marina Militare.
La categoria dei palombari è nata ben 170 anni fa, il 24 luglio 1849, quando venne istituita a Genova la prima scuola per la formazione di un piccolo nucleo di persone che avesse la capacità di raggiungere i 10 metri di profondità, allo scopo di recuperare ciò che si fosse perso in mare. Da quel giorno mai nessuna donna era riuscita, sebbene altre ragazze avessero provato, a superare la durissima selezione che porta alla formazione di un palombaro.
LE PROVE
Ha imparato a familiarizzare con lo scafandro, ad operare in condizioni estreme, a lavorare al buio. Originaria di Tarquinia, dove la famiglia gestisce un negozio di casalinghi, con un passato di campionessa di nuoto alle spalle, Chiara si è arruolata in Marina due anni fa. 
Al centro di reclutamento di Taranto ha deciso di tentare di entrare alla scuola palombari del Varignano. Una sfida che aveva tanto il sapore del sogno. Un obiettivo da conquistare per il quale ha lottato con tutta se stessa affrontando i suoi limiti e superandoli.

LA CERIMONIA
Venerdì, nel corso di una solenne e suggestiva cerimonia che si svolgerà presso il Comando Subacquei e Incursori della Marina Militare, a La Spezia, le sarà conferito il brevetto da palombaro assieme agli altri 14 allievi uomini del corso ordinario 2019 alla presenza del Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, e di numerose autorità politiche e militari. Sarà il suo istruttore a calzarle sul capo il tanto ambito basco che contraddistingue questa specialità.

LE DOTI
Un successo ottenuto grazie alle sue doti di nuotatrice ma anche alla sua caparbietà e alla sua costanza. Ha affrontato prove durissime per scrivere questa pagina di storia della Marina. Durante la cerimonia le verrà consegnato dal Sindaco del Comune di Porto Venere, Matteo Cozzani, il premio Donna edizione speciale proprio nel 170° anniversario dalla fondazione della prima scuola palombari.
Numerosi giovani sono stati selezionati per affrontare l’impegnativo corso formativo della durata di circa un anno ma solo in 15 indosseranno quel basco venerdì. Chiara ed i suoi compagni hanno messo a punto una preparazione fisica e professionale di base necessarie per essere impiegati in ogni operazione subacquea complessa ed intervenire su qualsiasi ordigno esplosivo rinvenuto in un contesto marittimo.

I LIMITI
Si può diventare un palombaro della Marina Militare attraverso la frequenza dell’Accademia Navale di Livorno e delle Scuole Sottufficiali, oppure partecipando ad un apposito concorso per volontari in ferma prefissata di un anno appunto. I palombari del Gruppo Operativo Subacquei, posto alle dipendenze del Comando Subacquei ed Incursori, possono operare sotto la superficie del mare sino a 1.500 metri con i veicoli subacquei e fino a 300 metri con l’uomo.

LE MANSIONI
Chiara sarà chiamata a condurre operazioni subacquee con le apparecchiature più disparate come impianti integrati per immersioni profonde, scafandri rigidi articolati, minisommergibili, robot filoguidati ad altissima tecnologia e qualsiasi gamma di autorespiratore.
Tra le sue mansioni ci sarà anche quella di portare soccorso agli equipaggi dei sommergibili in difficoltà attraverso le apparecchiature speciali imbarcate sulle navi alle dipendenze di Comsubin o mediante il Nucleo SPAG, Submarine Parachute Assistance Group, trasportato nelle are del sinistro con elicotteri o aerei militari. Sarà chiamata anche ad effettuare la bonifica degli ordigni esplosivi di qualsiasi natura, convenzionali o improvvisati che vengano rinvenuti sottacqua, a bordo delle unità navali e nei porti. Venerdì i riflettori saranno tutti puntati su di lei che ha avuto il coraggio di osare, di tentare l’impresa e di dimostrare che anche una donna può sfidare gli abissi.