Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2020  febbraio 18 Martedì calendario

India, parità dei sessi nell’esercito

L’India che aspira a un ruolo primario in Asia e che, anche per questo, sta ammodernando il suo apparato militare ha confermato l’accesso delle donne ai ranghi più elevati delle forze armate con pari diritti, benefici e retribuzioni dei colleghi maschi. Con una delibera, la Corte Suprema indiana ha respinto infatti respinto ieri la richiesta governativa di annullare un precedente pronunciamento della Corte sulla pari dignità che risaliva a 10 anni fa. Uno dei giudici supremi ha definito «inaccettabili» le discriminazioni persistenti che riguardano le donne coinvolte nella difesa del Paese.
L’India ha un esercito professionale, con una presenza femminile variabile secondo le armi ma complessivamente attorno al 10%: maggiore nell’esercito, forte di 1,2 milioni di effettivi femmini-li, ma contrariamente ad Aeronautica e Marina, sempre in posizioni non operative. I giudici hanno anche sottolineato come l’opposizione dell’esecutivo alla piena parità tra i sessi sotto le armi per ragioni psicologiche costituisca uno «stereotipo di genere».
Considerata senza fondamento anche la tesi che la mancanza di «preparazione culturale» di militari provenienti da zone rurali renderebbe loro difficile rapportarsi con donne in posizioni di comando. Con la sentenza dei giudici supremi, si riporta alla giusta dimensione il ruolo femminile, sovente sminuito, come nel caso di donne che hanno prestato servizio anche per 26 anni senza una parità di diritti con i colleghi. Ora le donne avranno diritto a guidare un battaglione di 850 soldati e aspirare al grado di colonnello, ma non la piena uguaglianza. Ad esse restano infatti preclusi settori come fanteria, artiglieria e i mezzi blindati.
Un riconoscimento forse tardivo ma dovuto, che si affianca ad altri, recenti. Lo scorso novembre, ad esempio, hanno iniziato l’addestramento le prime 100 donne che entreranno nella polizia militare, settore fino ad allora precluso. Non solo, si è trattata della prima volta che donne sono state ammesse nell’esercito. Obiettivo dichiarato è di arrivare a disporre di 1.700 effettivi femminili in questo ruolo, importante soprattutto per le funzioni di mantenimento dell’ordine pubblico in un’area come il Kashmir, dove è alto il rischio di urtare la sensibilità islamica della popolazione.